Lo studio e l’applicazione dell’iridologia si sviluppa su tre aspetti: le mappe iridologiche, i segni iridologici e lo studio del “terreno” individuale. In questa sezione viene applicato il modello interpretativo proposto dalla scuola di Willy Hauser, continuatore dell’opera di Josef Deck, con alcune modifiche suggerite dall’esperienza personale degli autori.
Tale sistema è facilmente applicabile e offre il maggior numero di informazioni relative alle caratteristiche genetiche del soggetto esaminato.
L’analisi consente di individuare:
– costituzioni;
– disposizioni;
– diatesi.
Le costituzioni dell’iride sono genotipiche, legate all’ereditarietà e quindi non modificabili. Per lo studio e la definizione delle tre costituzioni si prende in esame il colore di fondo dell’iride. Sappiamo dall’anatomia che il colore normale dell’iride è l’azzurro. Il colore marrone è dovuto alla presenza di cellule melanofore che producono pigmenti di colore marrone, di varia gradazione, dal marrone nocciola al marrone scuro, apparentemente nero.
Secondo Hauser le iridi scure sono caratteristiche delle popolazioni che si difendono bene dal caldo e vivono all’equatore mentre le iridi chiare appartengono alle popolazioni che si difendono bene dal freddo e si sono stabilite ai poli. L’incontro di queste due razze ha poi generato un terzo tipo di persone, con iridi in parte chiare e in parte scure. Si tratta di aspetti costituzionali legati alla presenza o meno dei geni che codificano la “colonizzazione” della superficie dell’iride da parte delle cellule pigmentate.
Le costituzioni indicano la sensibilità e la suscettibilità alla malattia di un soggetto. Deck divide le costituzioni primarie in tre tipi basati sulla colorazione:
– costituzione linfatica, azzurra;
– costituzione ematogena, marrone;
– costituzione mista o biliare, colore intermedio.
Nelle disposizioni si analizza la posizione delle fibre connettivali che costituiscono la trama iridea, si tratta di segni strutturali, quindi geneticamente programmati, basati sulla disposizione delle fibre connettivali radiali. Tali fibre costituiscono la trama di sostegno alle altre strutture iridee (muscoli, nervi, vasi) e sono idealmente disposte una accanto all’altra, lineari e rettilinee. Alterazioni di questo andamento costituiscono i segni iridologici che ci accingiamo a rilevare.
Le disposizioni sono:
– disposizione neurogena;
– disposizione connettivale debole;
– disposizione vegetativo spastica;
– disposizione tubercolinica;
– disposizione plurighiandolare.
Nelle diatesi, l’elemento da analizzare è la presenza di colorazioni aggiunte al colore di base. Lo studio delle diatesi iridologiche si avvale del rilievo di eventuali pigmenti aggiunti, sovrapposti al colore di base dell’iride. Facilmente individuabili nelle iridi linfatiche e miste, sono comunque presenti anche nelle iridi ematogene, che dovranno essere studiate più attentamente e con una luminosità maggiore. Possiamo individuare cinque gruppi di diatesi:
– diatesi essudativa;
– diatesi acida o urica;
– diatesi discrasica;
– diatesi lipidica o colesterinica;
– diatesi allergica.
Costituzione linfatica
Il colore dell’iride è blu chiaro fino al grigio, la collaretta è chiara, verso l’esterno il tono blu aumenta.
Le predisposizioni patologiche riguardano in particolar modo le mucose, le sierose e il sistema immunitario.
In questi soggetti la circolazione linfatica tende a congestionarsi e il sistema immunitario può presentare una particolare vivacità reattiva, tale che facilmente si osservano febbri elevate, ipertrofia dei linfonodi, movimento leucocitario, anche per infezioni banali. Tale reattività eccessiva predispone il linfatico alle allergie, che altro non sono che una risposta immunitaria anomala con produzione di IgE al posto di IgA o IgG.
Mucose
Le mucose sono il tessuto di rivestimento dei visceri cavi in contatto con l’esterno e quindi appartenenti agli apparati digerente, respiratorio, urinario e genitale. Le mucose hanno come caratteristica generale quella di produrre muco, sostanza che protegge la barriera cellulare interposta tra ambiente esterno e interno dell’organismo. Il soggetto linfatico andrà più facilmente incontro a:
– infiammazioni dell’apparato digerente, con predisposizione a stomatite, esofagite, gastrite, enterite, colite;
– infiammazioni dell’apparato respiratorio, con predisposizione a rinite, sinusite, faringo-laringite, tracheite, bronchite;
– infiammazioni dell’apparato urinario e genitale, con predisposizione a pielite, cistite, uretrite, vaginite;
– congiuntive.
Tutte le patologie delle mucose che terminano con “ite” sono da interpretarsi nel linfatico come espressione di una debolezza genetica; di conseguenza sarà obiettivo del terapeuta rinforzare tali strutture, oltre che combattere l’infiammazione. I vari apparati mucosi hanno caratteristiche strutturali diverse e la struttura della mucosa varia nello stesso sistema a seconda della funzione del tratto interessato.
L’apparato digerente prevede “due porte”: una di entrata e l’altra di uscita. Il cibo che entra nella bocca viene elaborato e viene poi assorbito per la parte che serve all’organismo o eliminato per ciò che non serve. Mentre il cibo scorre in questo “tubo” avvengono delle trasformazioni per cui, nei vari tratti, il tessuto sarà diverso a seconda della funzione svolta in quella specifica sede.
L’apparato respiratorio prevede un’unica porta sia di entrata che di uscita: l’aria entra ed esce sempre dalla stessa via, la mucosa è più omogenea e ha anche il compito di espellere le particelle solide che entrano nelle vie aeree. Questo compito viene svolto dalle ciglia vibratili con movimenti ondulati che sospingono il muco verso l’orifizio esterno.
L’apparato urinario ha una sola porta di uscita.
L’apparato genitale ha la funzione di permettere l’accoppiamento e la mucosa deve provvedere alla lubrificazione della cavità vaginale.
Sierose
Le sierose sono membrane che rivestono le superfici degli organi in movimento. Hanno il compito di produrre un liquido lubrificante affinché siano ridotti al minimo i fenomeni di attrito. Tali tessuti rivestono il cuore (pericardio), il polmone (pleura), l’intestino (peritoneo), l’encefalo (meningi), le articolazioni ossee (sinovie).
Aspetti da indagare
– Infiammazioni delle mucose: cistiti e vaginiti, bronchiti, stomatiti, gastriti, duodeniti, coliti.
– Infiammazioni delle sierose, artriti.
– Congiuntiviti.
– Allergie.
Costituzione ematogena
Le iridi sono marroni, dal color nocciola al marrone scurissimo, le trabecole sono quasi invisibili, appaiono come un tappeto vellutato. La presenza di numerose cellule melanofore può conferire un aspetto vellutato alla superficie iridea. Zone chiare che sembrano essere state smerigliate con carta a vetro, schiarimenti o pigmentazioni indicano la presenza di una patologia.
Il problema di questa costituzione è legato alle attività metaboliche del fegato e, in seconda battuta, alla carenza di vitamina B12 e ferro con comparsa di conseguente anemia. Il metabolismo del fegato si compone di varie funzioni che accenniamo brevemente:
– metabolismo dei principali elementi nutritivi;
– captazione e inattivazione delle sostanze tossiche endogene ed esogene;
– captazione ed eliminazione degli ormoni;
– captazione ed eliminazione dei farmaci.
Metabolismo
– Glucidi. Il fegato regola il glucosio nel sangue e lo distribuisce o immagazzina a seconda delle necessità: con la gluconeogenesi produce il glicogeno che è lo zucchero di riserva; la glicogenolisi, che è il fenomeno opposto, scinde il glicogeno e immette zucchero nel sangue. Sono legate a questo ambito, quindi, sia le iperglicemie che le ipoglicemie. Le prime sono di solito dovute a carenza di insulina e problemi legati al pancreas, mentre le seconde possono essere semplicemente di tipo metabolico, il fegato cioè non risponde adeguatamente alla richiesta di zuccheri da parte dell’organismo.
– Lipidi. Gli zuccheri in eccesso vengono trasformati, a livello del fegato, in acidi grassi (lipogenesi). Gli acidi grassi vengono coniugati con il glicerolo e formano i trigliceridi, si legano alle proteine, vengono immessi nel sangue e vanno a depositarsi nel tessuto adiposo che rappresenta la seconda fonte di energia di riserva. La prima riserva è il glicogeno presente nel fegato ed è di pronto utilizzo, l’altra è il tessuto adiposo che interviene quando il fegato esaurisce il proprio glicogeno. Quindi per il metabolismo lipidico abbiamo la lipogenesi: dallo zucchero dei cibi si formano acidi grassi che producono trigliceridi che si depositano nel tessuto adiposo, come conseguenza si può soffrire di sovrappeso. Infine il fegato sintetizza il colesterolo endogeno per funzioni fisiologiche ben precise.
– Proteine. Il fegato sintetizza la maggior parte delle proteine circolanti nel sangue, soprattutto i fattori della coagulazione, le albumine e i carrier (proteine che si legano a determinate sostanze e le trasportano nel sangue). Per quanto riguarda il catabolismo delle proteine abbiamo l’importante funzione di sintesi di ammoniaca con formazione di urea. L’urea non ha caratteristiche tossiche, è idrosolubile, viene immessa nel sangue ed è eliminata dai reni, l’ammoniaca invece è tossica soprattutto per il sistema nervoso centrale.
Quando ci sono patologie molto gravi del fegato, l’ammoniaca si accumula nell’organismo provocando il coma epatico. Senza arrivare a questa evenienza, possiamo però avere difficoltà a smaltire l’ammoniaca con conseguente sonnolenza, difficoltà di concentrazione e stanchezza, dovute a un certo grado di intossicazione.
Captazione ed eliminazione delle sostanze tossiche
Il fegato neutralizza le sostanze estranee che penetrano nelle sue cellule coniugandole con dei gruppi biochimici in grado di modificarne la configurazione molecolare, utilizza soprattutto gruppi solfidrici o radicali acidi carbossilici. Compito della cellula epatica è quello di smaltire tutte le sostanze tossiche che si formano per effetto dei processi metabolici.
Le due tossine endogene più “fastidiose” sono l’ammoniaca (che intossica particolarmente il sistema nervoso) e gli acidi urici (che tendono a depositarsi all’interno delle articolazioni e nelle vie urinarie, determinando rispettivamente artrite e formazione di calcoli urinari).
Un’altra fonte di tossine è l’alimentazione. Per tossine alimentari si intendono le sostanze normalmente usate dall’industria alimentare tipo coloranti, conservanti, esaltatori di sapidità, concimi, antiparassitari, ormoni, farmaci, sostanze chimiche varie contenute nei cibi e nell’acqua come inquinanti, ecc. Il fegato ha la funzione di captarle e di eliminarle.
Eliminazione degli ormoni
Gli ormoni, normalmente prodotti dal nostro organismo per assolvere i processi metabolici di loro competenza, devono essere prontamente smaltiti una volta terminata la stimolazione specifica, altrimenti continuano a stimolare la cellula bersaglio anche quando non è più necessario (in particolare occorre porre attenzione agli ormoni tiroidei, surrenalici e sessuali).
Nelle donne ematogene che manifestano alterazioni mestruali o della fertilità, ad esempio, possiamo ipotizzare interferenze nello smaltimento degli ormoni sessuali con conseguente alterazione del feedback ormonale sull’ipotalamo. Questa evenienza è da tener presente anche per altre costituzioni quando compaiono macchie marroni in zona ovaio, utero, ipotalamo e ipofisi perché possono essere segno di attività degli ormoni sessuali non più controllati nel regolare turnover.
Nell’ematogeno tutte le funzioni fisiologiche possono trovare interferenze da parte delle tossine, dei farmaci o degli ormoni non smaltiti correttamente. Segni di intossicazione possono essere in questo caso dermatiti, pruriti, sonnolenza, poca concentrazione, alterazioni mestruali, ecc.
Particolare attenzione va data a farmaci e alcool, il cui consumo nell’ematogeno deve essere molto limitato. A questa costituzione va consigliata, ancora più di altre, un’alimentazione genuina, che diventa vera e propria terapia di terreno.
Il sistema immunitario è un po’ torpido, per cui una febbre elevata in un ematogeno assume un significato più importante che nel linfatico.
Aspetti da indagare
– Malattie del sangue, anemie da carenza di B12 o ferro, carenze di catalizzatori come iodio, rame, arsenico, ferro, oro.
– Disordini metabolici di pancreas e fegato.
– Ipercolesterolemian, iperuricemia, ipo o iperglicemia.
Costituzione mista o biliare
La costituzione iridologica mista o biliare si riconosce per la contemporanea presenza di aspetti linfatici e di aspetti ematogeni. Sembra marrone, ma un’accurata osservazione mostra uno strato basale di tono azzurro. Cromaticamente avremo quindi una parte di iride azzurra e una parte marrone.
Di norma, si osserva un’eterocromia marrone centrale, cioè una colorazione marrone che occupa la zona centrale dell’iride. Possiamo però osservare anche un’eterocromia settoriale, cioè una porzione di iride marrone in campo azzurro.
Questo aspetto è dovuto al fatto che sono presenti contemporaneamente sia i caratteri genetici della costituzione linfatica che quelli della costituzione ematogena. Ciò determina la possibilità che il soggetto misto sia predisposto a problemi di mucose, sierose, sistema linfatico e nello stesso tempo a problemi metabolici.
Per quantificare queste potenziali predisposizioni possiamo valutare la percentuale di linfatico e di ematogeno presenti. Così un’iride mista prevalentemente marrone tenderà soprattutto a problemi metabolici, mentre una più azzurra che marrone sarà più predisposta a problemi mucosi, sierosi e immunologici.
Oltre a problematiche caratteristiche delle due costituzioni “madri”, notiamo in questi soggetti un incremento dei disturbi a carico dell’apparato digerente, riferibili a un alterato equilibrio della flora intestinale.
Tale condizione dipende da un’insufficiente produzione di enzimi digestivi da parte del pancreas e di bile da parte del fegato. In tali condizioni, i cibi ingeriti non vengono perfettamente scissi in elementi base assorbibili dal tratto ileale e di conseguenza compaiono in quantità superiori alla media nel tenue distale e nel colon. In tali condizioni si ha un’alterazione della flora intestinale (disbiosi) con produzione eccessiva di cataboliti batterici.
Aspetti da indagare
– Meteorismo, flatulenza.
– Dispepsia di origine digestiva per un’insufficienza di fegato o pancreas.
– Tendenza alla costipazione.
– Diarree.
– Dolori addominali.
– Cefalee postprandiali, sonnolenza.
– Disbiosi con conseguente disvitaminosi.
– Ipovitaminosi con conseguente astenia, dermatiti, nevralgie, anemie.
Disposizione neurogena
Le fibre appaiono molto tese, stirate. L’immagine della disposizione neurogena ricorda i capelli di un personaggio dei cartoni animati colpito da una scarica elettrica, tutti tesi e proiettati verso l’esterno. Le fibre radiali sono fini e tese, schiarite, biancastre, di calibro uniforme, in qualche settore si possono trovare fasci di fibre riunite, indice che alcuni organi presentano debolezza congenita (polmoni, pleura, genitali, vescica). La collaretta è spigolosa, spastica, bianca. Vi è un eccesso di energia centripeta, il parasimpatico è in eccesso, è caratteristica l’ipertonia vegetativa.
In questi soggetti è frequente una prevalenza della funzione pensiero sulle altre funzioni psichiche. Sono pertanto persone che pensano sempre, qualsiasi avvenimento viene valutato e rivalutato, hanno continuamente la mente in attività, leggono molto, tendono a rimuginare.
Questi aspetti mentali predispongono a disturbi del sonno con difficoltà ad addormentarsi, fissazioni del pensiero nella fase iper ed esaurimenti nervosi con rifiuto delle attività intellettuali, difficoltà di concentrazione, amnesie nella fase ipo.
Il problema principale è l’integrità nervosa. Spesso sono tipi che hanno difficoltà nell’affrontare situazioni in cui i loro schemi mentali sistematici e metodici sono messi a repentaglio o alla prova. Prendono coscienza della loro difficoltà e degli sconvolgimenti emotivi, facilmente hanno crisi di autostima. Sono spesso stressati, ma rifiutano di riposare, sono industriosi, diligenti, volonterosi, precisi.
Aspetti da indagare
– Irritabilità e debolezza del sistema nervoso.
– Malattie dei nervi, esaurimenti nervosi.
– Insonnia.
– Emicrania vasomotoria.
– Patologie al sistema nervoso, esaurimenti, senilità precoce.
– Eventuali psicosi se si presenta anche uno schiacciamento pupillare.
– Attacchi cerebro-vascolari.
– Interferenza del pensiero sul sentimento.
– Eccessiva valutazione degli avvenimenti.
Tratto da “Iridologia Naturopatica” di Lucio Birello, Daniele Lo Rito, Catia Trevisani
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