Interferenti endocrini: la strategia Ue contro le sostanze pericolose

Ridurre l’esposizione dei cittadini europei agli interferenti endocrini (sostanze chimiche con proprietà nocive per il sistema ormonale), accelerare studi e ricerche in questo ambito, promuovere il dialogo con imprese e società civile con un forum annuale. Sono queste le proposte principali della Commissione europea che il 7 novembre ha ribadito il suo impegno a proteggere i cittadini e l’ambiente dalle sostanze chimiche pericolose e come intende garantire che l’approccio dell’UE sia sempre il più moderno e adeguato allo scopo a livello globale.

In tal modo la Commissione tiene fede all’impegno assunto l’anno scorso, durante il lavoro con gli Stati membri sui criteri per l’identificazione degli interferenti endocrini negli ambiti dei pesticidi e dei biocidi, risponde alle preoccupazioni espresse dal Parlamento europeo e dal Consiglio e dà seguito al settimo programma d’azione per l’ambiente.

L’Esecutivo lancerà inoltre una verifica sulla legislazione esistente, comprensiva di una consultazione pubblica, per appurarne l’efficacia nel proteggere ambiente e salute dei cittadini.

Di recente l’Unione europea ha stabilito criteri per individuare le sostanze con proprietà di interferenti endocrini tra i pesticidi e i biocidi, vietato l’impiego di sostanze come il bisfenolo A nei biberon, sottoposto a restrizioni altre sostanze come gli ftalati e come alcuni agenti utilizzati nei prodotti cosmetici.

La strategia della Commissione Ue sugli interferenti endocrini è “una vera opportunità per affrontare il problema di petto”, in quanto intervenire “è urgente”. Lo dichiara Monique Goyens dell’associazione europea dei consumatori Beuc. “Le lacune nella legislazione europea sui cosmetici e sui giocattoli sono evidenti – prosegue – mentre per molti gruppi di prodotti come i prodotti tessili o i prodotti per l’igiene non esistono regole sui perturbatori endocrini”. Per questo, conclude Goyens, “ci aspettiamo che questa strategia, pur annunciando il lavoro negli anni a venire, garantisca che le lacune nella legislazione europea sugli interferenti endocrini siano colmate”.

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