Comode, pratiche, veloci. Ma davvero le insalate in busta sono pronto per essere portate in tavola?
A dispetto delle indicazioni riportate sulle confezioni, le insalate in busta richiedono un ulteriore lavaggio domestico al fine di diluire la carica microbica.
A sostenerlo è studio pubblicato dal settimanale il Salvagente e condotto dall’Università di Torino su 100 buste di insalata pronta ha infatti denunciato elevate quantità microrganismi di varia natura.
ll campione analizzato a Torino era composto da diversi vegetali: insalata mista (20 buste), spinacino novello (20), cicorino verde tagliato (27), lattughino verde (20), carote (13).
L’analisi è stata effettuata per due volte: una nel giorno di confezionamento del prodotto e l’altra in quello di scadenza indicata dal produttore. Dalla ricerca è emerso che già il giorno del confezionamento nel 40% dei casi c’erano più di 1milione di batteri per grammo. Questa cifra, già abbastanza alta, saliva all’87% al giorno della scadenza. Tra i principali rischi vi sono un aumentato rischio di tossinfezione alimentare quando sono presenti microrganismi patogeni e un deperimento del prodotto in tempi troppo rapidi, molto prima della scadenza indicata sulla confezione in 5-7 giorni.
Tre i consigli da seguire quando si scelgono le insalate in busta:
1) comprare confezioni non vicine alla scadenza
2) lavare nuovamente l’insalata prima di consumarla
3) chiudere bene il sacchetto per evitare contaminazioni con altri alimenti conservati in frigorifero.
In allegato la replica dell’AIIPA Sezione Prodotti Ortofrutticoli di IV Gamma, Associazione rappresentativa dei produttori che operano sul mercato italiano del fresco confezionato di IV Gamma.
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