L’inquinamento mette a rischio anche i reni

L’inquinamento atmosferico rappresenta un fattore di rischio per le malattie renali. È quanto emerge da uno studio coordinato da Ziyad Al-Aly del Veterans Affairs St. Louis Health Care System, nel Missouri,  e pubblicato dal Journal of the American Society of Nephrology.

Gli studiosi hanno studiato gli effetti del particolato (PM – particulate matter), piccoli frammenti prodotti da combustibili e da altri processi industriali che possono raggiungere i polmoni in profondità.

Alti livelli di PM 2,5, cioè formato da particelle più piccole di 2,5 micrometri, sono associati a malattie cardiache, ictus, diabete e a una riduzione dell’aspettativa di vita.

I ricercatori americani hanno esaminato i dati raccolti in più di otto anni su quasi 2,5 milioni di veterani dall’Environmental Protection Agency (EPA). È così emerso che i veterani che vivevano nelle contee con i più elevati livelli di PM erano con maggiori probabilmente afro-americani e avevano un maggior rischio di soffrire di ipertensione e diabete, entrambi fattori di rischio per malattie renali, così come per quelle cardiache.

È stato riscontrato che il rischio che la funzionalità renale peggiorasse nel corso del tempo andava insieme all’inquinamento a cui erano esposte le persone all’inizio dello studio. Inoltre, le concentrazioni più elevate di PM nell’aria sarebbero state anche associate a un aumento del rischio di malattie renali in fase finale, quando il rene non riesce più a filtrare il sangue e il paziente deve sottoporsi a dialisi per sopravvivere.

“Questi nuovi risultati confermano che oltre a colpire cuore e polmoni, alti livelli di inquinamento dell’aria possono aumentare i rischi anche a carico dei reni“, afferma Jennifer Bregg-Gresham, del Kidney Epidemiology and Cost Center all’Università del Michigan di Ann Arbor. “Per proteggersi bisognerebbe indossare maschere di protezione, almeno nelle città più inquinate, e dotarsi di filtri per l’aria nelle case”.

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