Inquinamento e degrado ambientale uccidono più delle guerre

Secondo l’ultimo rapporto ONU per l’Ambiente (UNEP) e dell’OMS risulta che ogni anno, nel mondo, inquinamento e degrado ambientale sono responsabili del decesso di un numero di persone 234 volte superiore a quello delle vittime dei conflitti. Il rapporto è stato presentato a Nairobi dove è in corso la seconda Assemblea delle Nazioni unite sull’ambiente.

Nel solo 2012 12,6 milioni di morti sono attribuibili al peggioramento delle condizioni ambientali (circa il 23% del totale dei decessi), di questi 7 milioni per l’inquinamento atmosferico, 842 mila per carenza di acqua potabile e pessime condizioni igieniche, circa 800 mila per l’esposizione a sostanze altamente tossiche come amianto e piombo.

“Distruggendo l’equilibrio del nostro pianeta e aumentando le emissioni inquinanti, andiamo incontro a un costo sempre maggiore in termini di salute e benessere”, ha affermato il direttore esecutivo dell’UNEP – l’agenzia dell’Onu per l’ambiente – Achim Steiner.

La più alta percentuale di decessi attribuibili alle condizioni ambientali si riscontra nel Sud-est asiatico e nel Pacifico occidentale (rispettivamente 28% e il 27% dell’ammontare totale). Il numero di decessi attribuibili all’ambiente è del 23% nell’Africa sub-sahariana, del  22% nella regione del Mediterraneo orientale, dell’11% e del 15% nei Paesi dell’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (Ocse) e nei Paesi non-Ocse della regione delle Americhe, mentre l’Europa arriva al 15%.

In tutte le regioni del pianeta sono in aumento i decessi correlati a malattie non trasmissibili. Nel 2012 i tre quarti delle morti a causa di malattie non trasmissibili vivevano nei Paesi a basso e medio reddito. Il rapporto evidenzia anche quali sono i driver  degli impatti riguardanti la  salute ambientale, inclusi la distruzione degli ecosistemi, il cambiamento climatico, la disuguaglianza, l’urbanizzazione non pianificata, gli stili di vita insalubri e dispendiosi e i modelli di consumo e di produzione non sostenibili – e delinea i grandi vantaggi  economici e per la salute che porterebbe un’azione ambientale.

“Il cambiamento climaticoemerge dal rapporto – sta esacerbando la scala e l’intensità dei rischi per la salute legati all’ambiente. Le stime dell’Oms indicano che a causa del cambiamento climatico, tra il 2030 e il 2050,  ogni anno potrebbero verificarsi 250.000 morti in più, per lo più da malnutrizione, malaria, diarrea e stress da caldo”.

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