Infertilità maschile in aumento. Tra le cause stress e inquinamento

Negli ultimi anni, complice lo stress e lo stile di vita, la capacità riproduttiva degli uomini si è notevolmente ridotta: nelle coppie infertili il 55% delle volte la causa è nell’uomo, la cui concentrazione media di spermatozoi è calata da 113 a 66 milioni nel giro di 50 anni.
L’allarme è stato lanciato al 60° congresso della Società degli urologi del Nord Italia (Suni), tenutosi nei giorni scorsi a Bologna.

Tra le principali cause dell’infertilità maschile vi sono inquinamento atmosferico, alimentazione scorretta, fumo e alcool, stress, condizioni di lavoro e soprattutto comportamenti sessuali a rischio. Dai dati recentemente raccolti emerge una serie di patologie andrologiche che finiscono per incidere sulla capacità riproduttiva maschile e, se non diagnosticate e curate per tempo, possono portare all’infertilità: : varicocele e problemi ai testicoli, infezioni sessuali, tumori, disturbi dell’erezione e dell’eiaculazione.

Particolarmente preoccupante è il fatto che tali problemi sono sempre più diffusi tra i giovani. Come ha spiegato Giuseppe Martorana, presidente del congresso e direttore della Clinica urologica della Università di Bologna, “un giovane su quattro con problemi riproduttivi mostra tracce di lesioni da infezione cronica alla prostata, aspetto che fa pensare che si sarebbero potuti prevenire”.

“Nella coppia – spiegano gli urologi – l’infertilità è legata per il 55% all’uomo e per il 45% alla donna. Imputato maggiore il varicocele, una delle funzionalità maschili il cui controllo è relativamente recente, solo 25 anni. Altro dato allarmante emerso negli ultimi anni vede il 30% circa dei pazienti maschi sopra i 25 anni presentare un progressivo incremento della presenza di alterazione del liquido seminale, una delle cause di infertilità”.

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