La rabbia può davvero ‘far venire un colpo’ o si tratta solo di un modo di dire? Dei fattori che possono scatenare l’infarto e le aritmie hanno parlato gli esperti riuniti a Bologna durante il Meeting Internazionale su Fibrillazione Atriale e Infarto.
Dagli studi emerge che, effettivamente, in un caso su due i problemi al cuore sono provocati da un elemento specifico e in circa un caso su sei di aritmia o infarto vi sono ben due circostanze negative che hanno fatto precipitare la situazione.
Al primo posto nella classifica delle emozioni negative vi è la rabbia intensa che fa aumentare il rischio di infarto fino a nove volte nelle ore immediatamente successive. La collera fa salire la pressione e la frequenza cardiaca, alterando anche gli equilibri ormonali dell’organismo.
“In tutti questi casi, così come nelle popolazioni colpite da disastri naturali – quali i terremoti – dove il rischio di morte cardiaca improvvisa cresce moltissimo, stiamo parlando di uno stress emotivo acuto che provoca un incremento considerevole e rapido del cortisolo, l’ormone dello stress: ciò può alterare il metabolismo del glucosio, favorire la rottura di placche, causare aritmie — ha spiegato Alessandro Capucci, presidente del congresso e docente di malattie cardiovascolari al l’Università Politecnica delle Marche, di Ancona —. Più un evento o un’emozione sono inattesi e intensi, più è probabile che il sistema cardiovascolare non riesca a compensare lo squilibrio che provocano: paradossalmente lo stress quotidiano che tutti sopportiamo fa meno male, perché il cuore si abitua e riesce ad attutirne meglio gli effetti negativi”.
Non soltanto le emozioni negative, anche l’attività fisica può essere pericolosa. “Lo sono soprattutto gli sforzi rapidi e intensi, in special modo in persone non allenate e già un po’ avanti negli anni; l’attività sessuale invece non è rischiosa, pure in chi abbia già avuto un infarto — riprende Capucci —. Anche la mancanza di riposo può scatenare un problema di cuore: il sonno è prezioso perché consente di ridurre pressione e frequenza cardiaca; se non si dorme bene e a sufficienza il cuore non recupera mai ed è più esposto alle aritmie”.
Infine anche pranzi e cene troppo abbondanti possono provocare aritmie e infarti: durante la digestione di pasti molto pesanti il sangue si sposta verso l’apparato digerente e diminuisce l’apporto alle coronarie. Se queste ultime non sono perfettamente efficienti una scorpacciata potrebbe rivelarsi fatale.
Come sapere dunque se il nostro cuore è in salute? Capucci spiega che è importante sottoporsi a check-up regolari: il controllo della pressione una volta al mese, l’esame del sangue per colesterolo, glicemia e così via ogni 1-2 anni, un’elettrocardiogramma ogni 5 anni e test da sforzo o altri esami quando il medico li richiede.
Per prevenire problemi di cuore è poi importante mantenere il giusto peso, fare esercizio in quantità e qualità commisurata all’età e alle condizioni di salute, riposare bene e a sufficienza.
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