Immunologia: interleuchina 1 (IL-1)

L’IL-1 è la più potente citochina infiammatoria. La sua azione infiammatoria viene effettuata mediante la produzione di sostanze infiammatorie nelle cellule bersaglio, come NO e prostaglandine (PGE2), e stimolando la produzione di altre citochine infiammatorie e chemochine.

All’azione combinata di IL-1, IL-6 e TNF-α sono dovuti molti effetti sistemici di fase acuta. Ciascuna di queste citochine agisce sull’ipotalamo inducendo una risposta febbrile. Entro 12-24 ore, dall’inizio di una risposta di fase acuta, i livelli aumentati di queste citochine inducono la produzione di proteine di fase acuta da parte degli epatociti.

L’azione combinata sull’ipotalamo, oltre a produrre febbre, attiva il sistema ipotalamo-ipofisi-surrene (HPA), con conseguente rilascio di ACTH da parte dell’ipofisi e attivazione dell’asse neuroendocrino dello stress.

Nell’uomo sono stati identificati tre sottotipi dell’IL-1: l’IL-1α, l’IL-1β (la sola in grado di attivare il sistema HPA) e un terzo tipo rappresentato da una molecola antagonista dei recettori dell’IL-1

Le IL-1α e IL-1β provocano febbre, sonnolenza, anoressia e ipotensione, aumentano la sintesi di collagenasi (che induce l’assorbimento della cartilagine), abbassano la soglia del dolore, stimolano la sintesi di proteine infiammatorie e concorrono alla distruzione delle cellule pancreatiche produttrici di insulina.

L’antagonista dei recettori dell’IL-1 impedisce all’IL-1α e all’IL-1β di esplicare i loro effetti infiammatori e pirogeni. A questo meccanismo endogeno di controllo sull’IL-1 concorre anche l’α-MSH

L’IL-1 viene prodotta dai macrofagi dopo stimolazione antigenica, dalle cellule NK, ma può essere sintetizzata anche dalle cellule gliali e da neuroni localizzati in diverse regioni cerebrali, tra cui l’ipotalamo.

Le attività biologiche dell’IL-1 sono molteplici: stimola la proliferazione e la differenziazione delle cellule T; ha un ruolo importante nell’attivazione dei linfociti B, nella proliferazione dei fibroblasti e nello stimolare la sintesi di proteine infiammatorie; agisce, in sinergia con fattori di crescita ematopoietici, su precursori midollari molto immaturi; induce il riassorbimento delle cartilagini; interviene nella pirogenesi; induce la produzione di IL-2 che a sua volta stimola la proliferazione dei linfociti T.

L’articolo è stato tratto dal libro della Dr.ssa Gasparini
“Multidisciplinarietà in Medicina”

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