La Corte Europea per i diritti umani di Strasburgo ha deciso all’unanimità di condannare l’Italia sul caso Ilva per non avere “protetto i cittadini che vivono nelle aree toccate dalle emissioni tossiche emesse dall’impianto” di Taranto. La sentenza emessa evidenzia da parte del nostro paese la violazione dell’articolo 8 (diritto al rispetto della vita privata e familiare) della Convenzione europea dei diritti dell’uomo e dell’articolo 13 (diritto a un ricorso effettivo) della Convenzione.
Ad avviare il caso sono stati 180 richiedenti che hanno lamentato effetti delle emissioni tossiche delle acciaierie di Ilva a Taranto sull’ambiente e sulla loro salute e l’inefficacia dei rimedi adottati.
In particolare la Corte ha rilevato “che la persistenza di una situazione di inquinamento ambientale mette in pericolo la salute dei richiedenti e, più in generale, quella dell’intera popolazione che vive nelle aree a rischio”. Inoltre nella sentenza viene sancito “che le autorità nazionali non hanno adottato tutte le misure necessarie per garantire una protezione efficace del diritto dei richiedenti al rispetto della loro vita privata”.
“E’ una giornata storica. Un pensiero va a tutti i piccoli tarantini che non ci sono più e a quelli chiamati a fronteggiare un nemico che mai avrebbero dovuto conoscere. Un pensiero va ai loro genitori, chiamati ad affrontare il più grande dolore che la vita possa mettere di fronte ad un essere vivente. Questo sogno era anche per voi”. È questo il commento del gruppo dei Genitori tarantini.
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