Gravidanze eccessivamente medicalizzate e troppi parti cesarei, più di uno su tre. Sono questi alcuni dati sul parto in Italia contenuti nel Rapporto annuale realizzato dal ministero della Salute con i dati delCedap (certificato assistenza al parto) dell’anno 2014.
Il parto cesareo dovrebbe essere una procedura da adottare solo in situazioni di emergenza e che invece rischia di diventare la norma: in media nel 2014 il 35% dei parti è avvenuto con taglio cesareo, con notevoli differenze regionali. Nelle case di cura accreditate si registra tale procedura in circa il 53,6% dei parti contro il 32,6% negli ospedali pubblici. Naturalmente nelle Regioni in cui è rilevante la presenza di tali strutture le percentuali sono diverse. Il parto cesareo è più frequente nelle donne con cittadinanza italiana rispetto alle donne straniere: si ricorre al taglio cesareo nel 28% dei parti di madri straniere e nel 36,8% nei parti di madri italiane.
Per quanto riguarda i controlli medici dal rapporto emerge che nell’87% delle gravidanze il numero di visite ostetriche effettuate è superiore a 4 mentre nel 73,3% delle gravidanze si effettuano più di 3 ecografie. La percentuale di donne italiane che effettuano la prima visita oltre il primo trimestre di gravidanza è del 2,6% mentre tale percentuale sale al 11,5% per le donne straniere.
In riferimento alle amniocentesi il rapporto rileva che in media sono stati fatti 9,2 esami ogni 100 parti. A livello nazionale alle madri con più di 40 anni il prelievo del liquido amniotico è stato effettuato nel 28,31% dei casi.
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