Gran Bretagna: commissione di esperti chiede di legalizzare il suicidio assistito

Il suicidio assistito dovrebbe essere consentito legalmente ai malati del Regno Unito, pur secondo rigidi criteri. A sostenerlo è un rapporto inglese della Commission on Assisted Dying, presieduta da Lord Falconer, avvocato ed ex ministro della Giustizia.

Il rapporto, redatto dopo la consultazione di oltre 1300 persone, sostiene la necessità di modificare la legge britannica introducendo il suicidio assistito vincolato da rigide norme. Secondo la Commissione il paziente che viene ammesso a questa procedura deve essere maggiorenne e malato terminale con un’aspettativa di vita inferiore ad un anno. La sua scelta deve essere volontaria, libera da qualsiasi forma di coercizione e non viziata da alterazioni delle capacità mentali. La Commissione ritiene inoltre che i pazienti dovrebbero essere visitati separatamente da due diversi medici e suggerisce l’ipotesi che non sia il medico a somministrare il farmaco letale ma il malato stesso.

Il rapporto conclude che la legge attuale è “inadeguata, incoerente e non dovrebbe continuare ad esistere”.

Secondo Lord Falconer, “le persone che vogliono morire vengono costantemente deluse da un sistema che non offre loro alcuna protezione, mentre lascia i loro parenti a rischio di condanne penali”.  La legge attuale, sostiene Falconer “favorisce solo i malati terminali ricchi che possono permettersi di vedere i loro ultimi desideri realizzati”, andando in Svizzera in cliniche che praticano l’eutanasia legalmente.

Alla pubblicazione del rapporto hanno fatto seguito le critiche sia da parte dei sostenitori del diritto alla vita, i quali ritengono che la commissione è stata “di parte”, che degli stessi attivisti per il suicidio assistito, che considerato le norme restrittive suggerite troppo severe. La British Medical Association ha scelto di non contribuire al rapporto con le proprie testimonianze ritenendo che la maggioranza dei medici sia contraria alla legalizzazione dell’eutanasia.

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