Oggi leggo dell’ennesima strage sulle strade, leggo delle
nuove lacrime versate per giovani vite spezzate da un piede tenuto premuto
troppo a lungo su quel maledetto accelleratore. Troppe giovani vite stroncate affollano gli obitori degli
ospedali italiani. Troppe famiglie distrutte per banalità non controllate.
Forse una sfida con se stessi, forse un banale gioco con
l’amico seduto a fianco, forse la voglia di correre per colmare un vuoto: tante
le possibili cause, poche le risposte.
Eppure di discorsi se ne fanno tanti, di articoli se ne
pubblicano, di prevenzione se ne fa dentro le scuole, ma nulla cambia. Ogni
fine settimana si stampano bollettini di guerra. Tutti ad incolpare tutti:
la polizia che non controlla a sufficienza, le istituzioni che non prevengono e
non prevedono, gli insegnanti che non insegnano abbastanza.
I giovani e le loro macchine troppo veloci: è questo il
problema? O forse il problema è nelle sale da ballo che aprono all’una di notte
e chiudono alle sei e fanno di tutto per vendere superalcolici? O dei pub che
hanno inventato un sistema per tenere nei loro locali i giovani e ubriacarli
prima di spedirli in discoteca? Tutti vogliono guadagnare sul mondo dei
giovani. I giovani sono dei polli da spennare fino all’ultimo centesimo. Alcuni
ragazzini mi hanno confessato che in discoteca danno proprio a tutti gli alcolici, ma proprio a tutti: basta pagare, non
c’è problema.
Ma ci chiediamo a che serve piangere su queste morti se poi
non si interviene mai a sufficienza sui motivi che portano a tali tragedie? Non
bastano le croci sulla piazza per sensibilizzare l’opinione pubblica, non
bastano i poliziotti: ci vogliono le famiglie, ci vuole una dura legge contro
chi ubriaca i giovani il sabato sera, ci vuole una mano sulla coscienza dei
costruttori di macchine, ci vogliono legislatori che non abbiano paura di
contrastare qualche multinazionale.
Aiutiamo questi ragazzi a diventare uomini, non facciamoli
diventare fiori bianchi da piangere il giorno dopo, aiutiamoli a diventare
coscienti dei loro limiti.
E siamo noi adulti che abbiamo mancato in questo. Abbiamo
annullato i valori genitoriali, ma non li abbiamo sostituiti con un sistema
etico altrettanto valido. Noi adulti non siamo più credibili, abbiamo creato
delle situazioni sociali che deresponsabilizzano i giovani, che li fanno
sentire adulti a quattordici anni. Siamo tutti colpevoli chi nel piccolo chi
nel grande.
La televisione propone come modelli personaggi osceni che
della volgarità hanno fatto la loro scelta di vita. E questi modelli entrano
nella vita dei nostri ragazzi diventando spesso, troppo spesso il termine di
confronto. Eppure la stampa li osanna anziché mortificarli e demonizzarli. Ma
dispiace che il segno della rivolta non si è ancora visto. E sono convinto che
nessuno farà nulla, che nessuno modificherà le cose, perché non conviene, come
non conviene fare una seria campagna contro le stragi del sabato sera. Il
paragone è semplice e credo utile.
Cosa è cambiato in questi anni rispetto al problema? Nulla,
assolutamente nulla. Tanti giovani muoiono sulle strade perché qualcuno li ha
drogati, perché qualcuno li ha ubriacati, perché qualcuno ha messo loro in mano
un bolide difficile da controllare. E tutto resta nell’indifferenza. Non
conviene al sistema fare qualcosa. Confido nel buon senso delle persone, nella
capacità delle generazioni di rinnovarsi, per il momento ai miei ragazzi spiego
le ragioni della mia sofferenza e della mia rivolta personale.
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