A Gela, in Sicilia, la media dei bambini con malformazioni è sei volte più alta di quella nazionale. Sotto accusa per questa allarmante situazione vi è l’inquinamento prodotto dal petrolchimico dell’Eni. Ecco perché, dopo anni di silenzi, la procura di Gela ha ora aperto un’indagine sul caso. “I dati sulla quantità di malformazioni neonatali ci preoccupa molto e purtroppo non ci sorprende. L’intervento della Procura testimonia ancora una volta la grande attenzione che le Istituzioni hanno per questo territorio.
A sessant’anni dall’insediamento si parla ancora di fattori inquinanti senza riuscire a stabilire un rapporto di causa ed effetto tra inquinamento e patologie tumorali o malformazioni neonatali”. Così il sindaco di Gela (Caltanissetta), Angelo Fasulo, ha commentato la notizia dell’apertura di un’inchiesta da parte della Procura nissena per far luce su eventuali responsabilità in merito alle malformazioni registrate a Gela. “Se dovessero essere dimostrate responsabilità siamo pronti ad aiutare anche quelle vittime”, riferisce Andrea Armaro, responsabile delle relazioni esterne dell’Eni in Sicilia.
Il petrolchimico di Gela, cittadina in provincia di Caltanissetta, è stato voluto alla fine degli anni ’50 da Enrico Mattei. Ancora oggi, sebbene ampie aree del petrolchimico dovrebbero essere state bonificate, a Gela è allarmante la diffusione di malformazioni genetiche. Solo nel 2002 sono ben 512 i bambini nati malformati. Molto diffusa è l’ipospadia, una malformazione congenita all’apparato genitale, ma comuni sono anche i casi di bambini nati microcefali.
“Il problema è che a Gela è inquinato tutto: dall’acqua, agli ortaggi, al cibo con cui viene allevato il bestiame” aveva spiegato il genetista Sebastiano Bianca, perito della procura di Gela, ai microfoni del Fattoquotidiano.it. L’alto tasso di malformazioni genetiche è dovuto ai distruttori endocrini, elementi derivati dalle sostanze inquinanti simili a quelle emesse dal petrolchimico: dal potenziale micidiale sono in grado di attaccare il tessuto provocando le malformazioni neonatali. Il problema per la procura è trovare il nesso causale, ovvero provare a livello scientifico, e quindi giudiziario, che i tumori e le malformazioni genetiche derivano dall’inquinamento prodotto dal petrolchimico”.
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