L’aumento dei casi di gastrite, registratosi negli ultimi anni a livello mondiale, è dovuto all’abuso di farmaci, non soltanto gli antibiotici e i medicinali su prescrizione medica ma anche i prodotti da banco (antinfiammatori e analgesici utilizzati in diverse situazioni).
Uno studio condotto dai ricercatori dell’Università di Liverpool evidenzia come negli ultimi 10 anni è quasi scomparso il batterio Helicobacter Pylori, fino a poco tempo fa il principale sospettato nei casi di gastrite. Crescono, viceversa, le gastriti dovute all’uso di farmaci antinfiammatori non steroidei, impiegati anche come analgesici e antipiretici.
“L’uso della cosiddetta ‘aspirinetta’, ovvero dell’acido acetilsalicilico a dosi inferiori ai 325 milligrammi al giorno per la riduzione del rischio cardiovascolare, è in continuo aumento e forse questo può in parte spiegare i nostri dati – ha spiegato Crispin Musumba, il coordinatore della ricerca –. Il 57 per cento del campione di pazienti con gastrite che abbiamo analizzato usava regolarmente farmaci antinfiammatori non steroidei, uno su tre prendeva l’aspirinetta. L’infezione da Helicobacter l’abbiamo verificata in un numero inferiore di soggetti: appena un’ulcera gastrica su tre è positiva al batterio”.
Alessandro Armuzzi, gastroenterologo del Complesso Integrato Columbus all’Università Cattolica di Roma, conferma che “le lesioni gastriche da antinfiammatori stanno effettivamente diventando un problema, perché spesso i pazienti li assumono pensando che, trattandosi di farmaci da banco, siano sostanzialmente privi di rischi. Non è così, e chi li prende per lunghi periodi dovrebbe sempre associare i gastroprotettori”.
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