Cosa succede se un gigante delle sementi geneticamente modificate si unisce ad un colosso della farmaceutica? È quanto staremo a vedere, considerato che Bayer ha confermato in un comunicato ufficiale l’accordo definitivo per l’acquisizione di Monsanto che, dopo mesi di trattative, ha detto sì all’azienda tedesca per 66 miliardi di dollari in contanti.
La transazione ha ricevuto il via libera unanime dai consigli di amministrazione di entrambe le società. L’accordo sarà finalizzato entro la fine del 2017. L’operazione ha un valore senza precedenti tra quelle realizzate in contanti e rappresenta la maggiore acquisizione di un’azienda estera da parte di un gruppo tedesco.
Quello che si appresta a nascere è un colosso globale di chimica, agricoltura e biotecnologie ed il più grande produttore mondiale di semi e pesticidi al mondo, destinato a controllare, secondo le stime, tra il 24% e il 29% delle quote di mercato del settore. La nuova società andrà a competere con gruppi come Syngenta, Dow Chemical e Dupont.
Monsanto è il più grande venditore al mondo di semi per le culture, compresi quelli geneticamente modificati.
Per la Bayer questa operazione comporta un elevato rischio di immagine, in particolare in Germania, dove lè elevato lo scetticismo verso le colture geneticamente modificate e per la pratica di brevettare le varietà vegetali e dove sono esplose le polemiche sui rischi per la salute del glifosato, pesticida che proprio Monsanto commercializza con il marchio Roundup.
D’altra parte, la stessa Bayer è stata già più volte denunciata e condannata a pagare multe e risarcimenti in particolare per i danni determinati dalle pillole anticoncezionali Yasmin e Yaz.
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