Sigarette: dall’Unione Europea in arrivo norme più restrittive contro il fumo

Drastica riduzione dei limiti delle sostanze velenose contenute nelle sigarette, maggiore difficoltà per il loro acquisto, una seria campagna dissuasiva, estensione del divieto di fumo affinché diventi “assoluto” in tutti i luoghi pubblici, sui mezzi di trasporto e nei luoghi di lavoro.
L’Unione Europea sta pensando alle misure da attuare per inasprire in modo incisivo la normativa contro il fumo.

In un’intervista al quotidiano tedesco Die Welt, John Dalli, il commissario europeo per la Salute e la Tutela dei consumatori, dichiara di voler “compiere ogni sforzo possibile nella lotta contro il fumo”.
“Il tabacco – commenta John Dalli – induce alla dipendenza, causa malattie e sofferenze ai cittadini e costi sanitari evitabili ai governi europei. Il 30% degli Europei fuma e la quota sale al 35% dei giovani”.

Tra i nuovi provvedimenti da adottare potrebbe rientrare la stampa di immagini molto forti sulle conseguenze del fumo sui pacchetti e una regolamentazione delle sostanze con cui sono fabbricate le sigarette. Di competenza degli Stati membri è il divieto del fumo nei luoghi pubblici che quindi non può essere compreso nelle direttive UE.

Nel nostro Paese, intanto, gli oncologi presenti a Milano per il Congresso Europeo ESMO, il più importante appuntamento scientifico annuale che riunisce 15.000 esperti, propongono di aumentare di un euro il prezzo di ogni pacchetto di sigarette.
“Le campagne di prevenzione non bastano, è necessario andare a ‘toccare le tasche’ dei cittadini, nessuna misura è più valida”, commenta il prof. Roberto Labianca, oncologo degli Ospedali Riuniti di Bergamo e presidente del Comitato italiano del Congresso ESMO 2010.
A sostenere la validità di questa proposta è anche uno studio pubblicato sull’American Journal of Public Health secondo cui imporre un aumento dei prezzi rappresenta la mossa più efficace per limitare i costi umani e sanitari della mortalità correlata all’abuso di bevande alcoliche.

Inoltre, l’incremento di un euro sul prezzo di un pacchetto di sigarette si può anche tradurre in un guadagno minimo di 4,5 miliardi l’anno (tanti sono i pacchetti di sigarette venduti ogni anno in Italia) da reinvestire nell’assistenza oncologica.
Come spiega Carmelo Iacono, presidente dell’Associazione Italiana di Oncologia Medica (AIOM), infatti ”la proposta va oltre e prevede anche una precisa destinazione d’uso per le risorse raccolte. La priorità oggi è garantire migliore efficienza a un’oncologia che è già di eccellenza e che è ben radicata nel territorio. Vanno potenziate soprattutto le strutture in sofferenza di personale e questo consentirà anche di garantire un funzionamento ottimale delle apparecchiature diagnostiche, riducendo le liste d’attesa”.

“Chiediamo al Governo di intervenire come capofila per una misura da estendere poi a tutto il continente” – aggiunge Iacono -.  “Siamo stati un modello con la legge antifumo del 2005, possiamo esserlo anche per l’introduzione di questo provvedimento che darebbe effetti immediati soprattutto sui giovani”. Questi ultimi, peraltro, promuovono la “tassa sulla salute”: su 300 ragazzi intervistati questa mattina nel capoluogo lombardo con un sondaggio estemporaneo, l’80% si dichiara a favore all’aumento del prezzo delle sigarette. La sorpresa? Tra i favorevoli anche molti fumatori.

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