La floriterapia con i fiori australiani (estratto)

I fiori australiani e la connessione endocrino-chakrale (dal capitolo 4)
Sarò con voi tutti i giorni della vostra vita, mentre la vostra preziosa anima sboccia in uno splendido fiore di saggezza, di compassione e di amore per abbracciare tutta la Vita. (Ramtha)

La ricerca di Ian White ha come risultato il repertorio floriterapico noto con la denominazione di Australian Bush Flower Essences, totalmente ricavato da fiori del bushland nord-australiano, con il quale è possibile accompagnare vari aspetti della vita umana nella complessità data dalla modernità.

Questa qualità lo rende prezioso in relazione alle tematiche di autorealizzazione, ai processi di integrazione, alle crisi nel rapporto genitori-figli, alla nuova spiritualità, e così via. Per un numero crescente di studiosi e terapeuti si tratta di un supporto floriterapico davvero insostituibile, anche per la rapida efficacia.

In particolare, ciò che emerge dalla sperimentazione è un raro aspetto di forte connessione alla fisicità. Molti di coloro che utilizzano regolarmente essenze floreali dichiarano di «percepire» in maniera tangibile a livello cellulare gli effetti vibratori dei fiori del bush. […]
Oggi siamo in grado di accettare come dato scientifico che il corpo fisico sia circondato e penetrato da una pluralità di campi di energia con diversi livelli frequenziali, cosicché la vecchia concezione cartesiana appare superata dalla nuova visione «energetica», grazie alla quale si può parlare di struttura multidimensionale dell’essere umano.

Applicando tali conoscenze agli ambiti della floriterapia, si può stabilire un approccio energetico-spirituale. Ciò è maggiormente interessante nella floriterapia australiana se si considera che nella ricerca di White assume un ruolo centrale la conoscenza yogica, dalla quale proviene il concetto di relazione neuro-endocrina con i chakra.

E alla luce delle teorie contemporanee che attengono alla quantistica applicata si è in grado di riconoscere un valore al nesso tra il corpo sottile, il cosiddetto corpo eterico, in cui circola l’energia cosmica intesa normalmente come energia vitale, e il corpo fisico vero e proprio. Il fluire energetico corretto condiziona in maniera significativa il benessere non solo fisico dell’essere umano e apre ai mondi superiori, armonizzando di continuo il cielo con la terra, ossia le grandi forze che interpretano l’universale danza del Tao.

L’Energia cosmica scorre costantemente e il suo flusso ininterrotto interessa ogni essere vivente. Nel corpo umano nutre tutte le cellule tramite una struttura a rete complessa e ben ramificata, all’interno della quale esistono dei plessi più importanti che fungono da raccoglitori e distributori energetici: i cosiddetti chakra. Secondo l’etimo originale, il termine chakra è traducibile dal sanscrito come ruota, per l’aspetto di vorticoso andamento ruotante dell’energia ivi convogliata.

I chakra principali e più noti sono sette e operano allo scopo di regolare il flusso di energia vitale distribuendola al corpo fisico tramite particolari interruttori, le ghiandole endocrine e i relativi agganci neuronali.
La corretta regolazione avviene a livello ipotalamico e dipende da molti fattori: ad esempio, lo stato di salute dell’individuo, il grado di consapevolezza raggiunta, i percorsi di vita, l’elaborazione delle proprie esperienze, la quantità di traumi sopportati ecc.
In questo studio dedicato alla floriterapia australiana, in particolare, verrà dato rilievo alla ormai nota e sperimentata capacità di comunicazione fra alcune essenze floreali e la sequenza dei sette chakra principali (a loro volta collegati alle ghiandole endocrine).

Essenze floreali e chakra

Nella floriterapia australiana si incontrano le seguenti essenze floreali, distribuite secondo i sette chakra:
• per il primo chakra, l’essenza floreale riguardante le surrenali è Macrocarpa;
• per il secondo chakra, le essenze significative per le ghiandole endocrine gonadi sono rispettivamente: per i maschi Flannel Flower, e per le femmine She Oak;
• per il terzo chakra, l’essenza floreale correlata alla componente endocrina del pancreas è Peach Flowered Tea-Tree;
• per il quarto chakra, l’essenza floreale più importante per la ghiandola timo è Illawarra Flame Tree;
• per il quinto chakra, le essenze floreali connesse alle ghiandole tiroidee e alle paratiroidi sono rispettivamente Old Man Banksia e Hibbertia;
• per il sesto chakra, le essenze floreali in grado di equilibrare dal punto di vista vibrazionale l’ipofisi sono Bush Fuchsia e Yellow Cowslip Orchid;
• per il settimo chakra, l’essenza floreale più interessante per l’epifisi e in grado di influire sulle attività ipotalamiche è Bush Iris (combinata con Sunshine Wattle).

Si tenga presente che tali essenze possono essere utilizzate da sole oppure in particolari sinergie che, combinando diverse qualità vibrazionali, conseguono lo scopo di bilanciare in maniera molto dolce l’asse endocrino, agendo anche su un’unica ghiandola del sistema.
Ad esempio, è noto che una tematica di natura surrenalica può incidere sulle attività ovariche, come talora accade a donne sovraccariche di impegni per la carriera o per la famiglia alle quali in condizioni di forte stress prolungato si blocca il ciclo mestruale. Si è sperimentato che in casi del genere un recupero energetico attraverso l’azione sottile di Macrocarpa può influire sulla rinnovata vitalità ormonale a favore delle ovaie e dell’umore.

I fiori australiani e il «grounding» (dal capitolo 5)
Ciò che per il bruco è la fine del mondo, per il resto del mondo è una farfalla. (Lao Tzu)

Iniziamo il percorso floriterapico con le essenze australiane dall’area esperienziale primaria, nella quale si celebra l’ingresso nel mondo fisico. Qui si attua la connessione dell’individuo con un determinato patrimonio genetico-familiare e prende il via la ricerca di stabilità e sicurezza.
A tutto questo si riferisce il primo chakra, situato nell’area perineale. In esso si ritrovano elementi comuni a tutti gli esseri viventi: si tratta di un centro energetico contenente le memorie più antiche, che risalgono alla formazione della vita sulla Terra.
Il primo chakra, infatti, convoglia le energie atte a far funzionare i meccanismi biologico-istintuali di base ed è profondamente collegato al cammino evolutivo dell’uomo.

Vi si può rintracciare la memoria sepolta di un tempo nel quale i primi esseri viventi, che provenivano dal liquido amniotico primordiale delle grandi acque madri di un pianeta-habitat per lo più umido, nel processo evolutivo orientato alla sopravvivenza in nuovi territori formatisi dopo immani sconvolgimenti, furono impegnati in una lunga lotta per la vita in ambienti difficili e inospitali.

Il ricordo di tale prolungata esperienza evolutiva è rimasto come un tracciato indelebile sia nella porzione di cervello (detto rettiliano o primario) che tuttora funge da distributore di messaggi legati all’istintuale sopravvivenza di base, sia nell’attività del primo chakra.

Ancora oggi ogni essere umano che nasce, nella sua prima età, energeticamente analogica alle ere primordiali, ha come unico obiettivo la salvaguardia di sé, insita nel bisogno di sopravvivere tout court. In questa esperienza non sussistono sentimenti o ideologie di sorta, ma solo lo stadio più elementare della coscienza individuale.

Al primo chakra si ascrivono in genere le pulsioni di fame e sete, la spinta alla stanzialità, il bisogno di sicurezze, in breve tutte le manifestazioni del cosiddetto grounding, termine che riassume il concetto delle radici da cui ognuno proviene, ivi inclusa la radice primaria comune per quanto attiene al mistero della vita su questo pianeta.

All’area del grounding appartiene l’emozione primordiale della paura, intesa come forza che sovrintende alla sopravvivenza della componente materica e alla prudente ricerca di autoprotezione per conservare la vita fisica.
Al primo chakra è riferita anche la relazione con i microrganismi, i batteri e i virus, significativi in quanto presenti sulla Terra sin dall’alba della vita.

I fiori australiani che meglio si integrano con il processo del radicamento dell’individuo nel mondo fisico sono i seguenti:
• Boab
• Dog Rose
• Dog Rose of Wild Forces
• Green Essence
• Grey Spider Flower
• Macrocarpa
• Mulla Mulla
• Spinifex
• Sundew
• Tall Yellow Top
• Waratah

Fra questi si segnalano:
– Macrocarpa, l’essenza di connessione endocrino-chakrale con le ghiandole surrenali;
– Waratah , l’essenza più importante di tutto il repertorio dei Bush Flowers.

Boab (Adansonia gibbosa)

Interessante essenza del bushland preparata con i fiori del Boab, agisce profondamente sullo scioglimento di schemi di pensiero negativi e stereotipi ereditati dalla famiglia di origine.
Sovente le forme-pensiero limitanti provenienti dal pattern familiare, trasmesse di generazione in generazione, si cristallizzano sino a formare una sorta di guscio chiuso nel quale giace imprigionata la vera personalità.

Ciò vale anche per coloro che non hanno molta consapevolezza di essere portatori di retaggi di natura ideologica. L’assunzione floreale rimette in contatto con questi contenuti a livello profondo e consente di riconoscerli; questo è il primo passo per poter poi lasciare andare le convinzioni erronee. In tali casi si può proprio affermare che «chi ben comincia è a metà dell’opera», dato che la maggiore difficoltà consiste proprio nel prendere coscienza del condizionamento ereditato.

Si tratta, dunque, di un’essenza molto liberatoria, la cui azione sottile può essere fatta corrispondere nel repertorio californiano ai messaggi vibrazionali di Joshua Tree e in quello di Bach a Pine (per l’ancestrale radicamento dei tasselli culturali di derivazione genetico-familiare) e Chestnut Bud (per la ciclicità e la susseguente coazione a ripetere).
L’effetto più evidente, a livello delle «radici» rappresentate anche dal gruppo di appartenenza, si esprime attraverso imprevedibili trasformazioni interiori e nuove scelte di vita. Rompere gli schemi precostituiti impone una visione innovativa, più ampia e tollerante, depurata da giudizi e pregiudizi provenienti dall’habitat familiare originario.

Dog Rose (Bauera rubioides)

L’essenza floreale del repertorio australiano che meglio affronta il tema della paura è preparata con i morbidi capolini rosati di Dog Rose raccolti in prossimità di corsi d’acqua. La segnatura dell’habitat contraddistinto dall’elemento acqua mette in evidenza l’area del rene, la quale secondo l’energetica cinese è correlata all’emozione della paura.

Il capolino floreale pende verso il basso e fa pensare a una psiche gravata da qualche fardello pesante. Il colore rosa-violetto dell’infiorescenza conferisce una nota di spiritualità e tenerezza, a significare sia il bisogno di sicurezza in anime speciali con doti introspettive e meditative, sia la possibilità di attrarre protezione e stabilità grazie alla loro amorevole delicatezza.

I soggetti che hanno bisogno di questo sostegno floreale di solito presentano personalità timide e fragili, dominate dalla paura e bisognose di essere rassicurate spesso; sono simili a piccoli bimbi spaventati dai pericoli della vita. L’essenza floreale corrisponde al Mimulus del repertorio Bach e ai Monkeyflowers del repertorio californiano, con i quali ha in comune oltre all’azione vibrazionale anche la segnatura ambientale.
Nel confronto tra Dog Rose e Mimulus la differenza nel colore dei petali evidenzia una sostanziale diversità circa l’approccio con il quale è possibile risolvere il conflitto interno prodotto dall’emozione della paura:

– in Mimulus (fiore di Bach) il colore giallo, simboleggiante l’area del mentale, è indicatore del potenziale a cui si accede grazie a tale essenza, la quale attiva la forza dell’intelligenza e delle forme-pensiero positive per guarire;
– in Dog Rose (fiore australiano) il colore rosa indica la simbolica possibilità di aprirsi alla Via del Cuore per armonizzare il sistema energetico compromesso dalle energie distruttive della paura. In swahili si esprime questo concetto con la seguente parola: usiogope (chi ama non teme).

 

>> Estratto da “La floriterapia con i fiori australiani” di Stefania Rossi (leggi il libro)

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