Boom di fisioterapisti abusivi. Come capire se siamo in buone mani?

Nell’ambito delle attività svolte nella lotta al fenomeno dell’abusivismo sanitario ed a tutela della salute pubblica, la Guardia di Finanza di Villafranca di Verona ha scoperto e denunciato un falso fisioterapista privo di qualsiasi autorizzazione e totalmente sconosciuto al fisco. L’indagato, interpretando i referti medici presentati dai pazienti, erogava prestazioni specialistiche (massaggi, riabilitazione, laserterapia) e prescriveva l’assunzione di medicinali pur non avendo i titoli per farlo.

La grave vicenda non costituisce tuttavia un caso isolato: i fisioterapisti abusivi nel nostro Paese sono infatti 100 mila, il doppio di quelli veri. Si tratta di un vero dramma sia per chi svolge il proprio lavoro con competenza sia per i pazienti che, spesso in buona fede, si ritrovano nelle mani di persone incapaci e che quindi possono aggravare le loro condizioni di salute.

A lanciare l’allarme è Antonio Bortone, presidente dell’AIFI, Associazione di Fisioterapisti accreditati presso il Ministero della Salute, che si rivolge a tutti i cittadini italiani, ma anche agli specialisti ortopedici e ai medici di medicina generale che spesso prescrivono o consigliano sedute fisioterapiche. Bortone invita dunque i medici a tenere in allerta il paziente circa questo rischio, consigliare direttamente il nome di un fisioterapista “vero, abilitato, serio”, informarsi sugli operatori presenti sul territorio e, in caso di dubbi, a consultare l’associazione.

Il presidente dell’AIFI elenca quindi le quattro regole fondamentali che possono aiutare i cittadini ad avere una ragionevole certezza di essere in buone mani:

1) verificare che il titolo di laurea sia stato rilasciato dall’Università Italiana e, in caso di titolo estero, che abbia ottenuto il riconoscimento dal Ministero della Salute;
2)  verificare l’iscrizione ad una delle associazioni rappresentative dei fisioterapisti, definite per decreto ministeriale;
3) verificare se, durante la visita fisioterapica, è richiesta la visione della documentazione clinica esistente;
4) chiedere sempre il rilascio della corrispondente ricevuta fiscale, in caso di libero professionista.

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