Vi sono fiori belli e buoni da mangiare, che al sapore somigliano alla carota o al ravanello e che fanno anche bene alla salute perché ricchissimi di antiossidanti. È quanto emerge da uno studio dell’università di Pisa pubblicato sulla rivista Scientia Horticulturae.
La ricerca ha preso le mosse dal lavoro di tesi di Elisa Bortolotti, autrice dell’articolo insieme a Stefano Benvenuti e Rita Maggini, del dipartimento di Scienze agrarie, alimentari e agro-ambientali, e ha esaminato 12 specie: dalla viola, alla petunia, alla fucsia.
Il potere antiossidante dei fiori, spiega l’università in una nota, “è risultato significativamente superiore a quello dei comuni ortaggi da foglia e nel caso dei fiori con colorazioni rosso o blu sono state riscontrate le migliori proprietà nutraceutiche”.
Parte di questa elevata attività antiossidante è dovuta all’alto contenuto di antociani, almeno nel caso dei fiori con colorazioni rosso o blu e infatti le migliori proprietà nutraceutiche sono presenti nei fiori più pigmentati.
Otre a rivelare le proprietà nutraceutiche, lo studio ha cercato di valutare anche l’appetibilità dei fiori attraverso dei test di assaggio e “a parte alcuni fiori non graditi soprattutto per l’eccessiva consistenza come ad esempio la fucsia, la maggior parte sono stati apprezzati, come ad esempio il nasturzio il cui gusto ricorda il ravanello, la begonia che richiama il limone o l’ageratum che sa di carota”.
“Superata una certa diffidenza iniziale rispetto a questo ‘strano cibo’, spesso i fiori ricordano sapori speziati, acidi talvolta simili ai comuni ortaggi ma con una consistenza e palatabilità diversa, più soffice e profumata e certamente sebbene non possono certamente diventare un alimento base della nostra dieta essi costituiscono una importante opportunità in termini di sapori e salute”.
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