Sì alla dose unica del farmaco (ovvero limitata allo stretto occorrente per la cura) e alla terapia personalizzata. In pratica il medico dovrà prescrivere al paziente un numero esatto di pastiglie o di fiale in base alla cura, e non più la scatola intera. È quanto prevede un emendamento a prima firma di Giulia Grillo (M5S), che è passato nella legge di Stabilità. Al momento la novità verrà adottata esclusivamente in ambito ospedaliero mediante una tecnologia barcode (viene assegnato un codice a barre al paziente e al farmaco in dose unitaria) che permette la tracciabilità della prescrizione e della somministrazione dei farmaci.
“I farmaci – come si legge nella proposta di legge presentata il 12 dicembre 2013 – saranno conservati in armadi gestiti da un software che permette di controllare i livelli di scorta, di segnalare la data di scadenza, di gestire i ritorni di terapia, di garantire la completa tracciabilità di ogni confezione, di determinare i livelli di stock in tempo reale e di segnalare ogni possibile anomalia relativa al farmaco, confezionato in dose unitaria”.
Quella della dose unica del farmaco rappresenta una pratica già diffusa negli Stati Uniti, Canada, Germania, Spagna, Cina e altri Paesi.
Tre i principali vantaggi della dose limitata del farmaco:
– riduzione della spesa farmaceutica delle strutture ospedaliere: da questo momento in poi farmaci per due/tre/quattro o più pazienti al prezzo di una confezione.
– maggiore sicurezza nell’assunzione delle medicine
– emancipazione da Big Pharma che nel nostro Paese è sempre riuscita a imporre confezioni da 30 compresse per una cura che ne richiede al massimo 5.
La speranza è che in futuro il provvedimento venga esteso dagli ospedali a tutte le farmacie.
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