Costi alle stelle a febbraio per latte, cereali e prodotti caseari a livello mondiale. I prezzi alimentari mondiali a febbraio sono saliti infatti a livello record: il Food Prix Index della Fao ha registrato una nuova impennata raggiungendo un livello più alto di quello del 2008, quando l’aumento dei costi delle derrate provocò proteste e caos in decine di Paesi.
A lanciare l’allarme è la Fao (Food and Agriculture Organization of the United Nations) che sottolinea come l’indice, in crescita per l’ottavo mese consecutivo, abbia toccato il livello più alto (sia in termini reali sia nominali) dal 1990, da quando cioè la Fao ha iniziato la misurazione dei costi. L’indice – che misura ogni mese le variazioni dei prezzi di un paniere composto da cereali, zucchero, semi oleosi, carne e latticini – si è attestato sui 236 punti a febbraio in rialzo del 2,2% rispetto a gennaio.
Secondo gli studiosi ONU, alla base della crescita vi sono l’incertezza politica (ed i conseguenti problemi di produzione) degli Stati dell’Africa settentrionale, che hanno determinato un aumento del prezzo del petrolio.
La situazione potrebbe ancora aggravarsi. Come spiega infatti David Hallam, direttore FAO Commercio e Mercati, “l’improvviso picco del prezzo del petrolio potrebbe esacerbare ulteriormente la situazione già molto precaria dei mercati alimentari. Questo aggiunge ulteriore incertezza sull’andamento dei prezzi, proprio quando sta per avere inizio la semina in alcune delle principali regioni produttrici”.
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