Durante una conferenza sul cancro al seno, alcuni esperti hanno affermato che, nei Paesi Occidentali, si potrebbe evitare fino a un terzo dei casi di tumore se le donne mangiassero meno e facessero più attività fisica.
Si dovrebbero cambiare, continuano i ricercatori, le abitudini legate alla dieta e all’esercizio.
Quello al seno è il tipo di tumore più comune nelle donne e c’è una probabilità su otto di svilupparlo nel corso della vita. Le donne obese, inoltre, hanno il 60 per cento di possibilità in più di contrarre qualsiasi altro tipo di cancro.
Molti tumori al seno si sviluppano a causa degli estrogeni, ormoni prodotti a partire dai tessuti grassi. A causa di questo, gli esperti sospettano che le possibilità di insorgenza di un tumore al seno siano legate, in maniera direttamente proporzionale, alla quantità di grasso ed estrogeni prodotti. Anche nelle donne magre, l’esercizio fisico può contribuire a ridurre a diminuire il rischio di cancro poiché si converte in massa muscolare una maggiore quantità di grasso corporeo.
Fonti bibliografiche:
USA Today, 25 marzo 2010
La Settima Conferenza Europea sul Tumore al Seno, 24-27 marzo 2010, Barcellona, Spagna.
I commenti del Dr. Mercola
Circa il 13 per cento delle donne americane (una donna su otto) ha la possibilità di sviluppare il cancro al seno nel corso della sua esistenza. Questa percentuale è fin troppo alta, soprattutto se si pensa che almeno un terzo dei casi potrebbe essere prevenuto grazie ad uno stile di vita e un regime alimentare appropriati. Per quel che riguarda le donne obese, perdere peso diminuirebbe questo tipo di rischio di quasi due terzi.
Inoltre, lo scorso anno, compiendo la più estesa indagine mai realizzata in merito agli Studi sui legami tra il tumore al seno e le abitudini quotidiane, anche l’American Institute of Cancer Research ha calcolato che circa il 40 per cento dei casi negli Stati Uniti (si parla di 70000 casi ogni anno ) potrebbe essere prevenuto apportando dei cambiamenti alla propria routine quotidiana.
Ritengo fermamente che queste stime siano piuttosto basse e che, più probabilmente, si potrebbe evitare almeno due terzi o addirittura più del 90 per cento dei tumori al seno seguendo rigorosamente i consigli che di cui parlerò qui di seguito.
Come già accennato, oggi come oggi il cancro al seno è il tipo di tumore più diffuso per le donne – ad eccezione dei tumori della pelle – nonché la seconda causa di morte provocata dal cancro per il genere femminile, superata solo dal tumore ai polmoni.
Dato che oggi esistono dei modi concreti di ridurre i rischi, se li si fa propri, seguendoli con attenzione e condividendoli con gli amici e con la famiglia, c’è anche, si spera, la possibilità di abbassare drasticamente queste statistiche.
Il Tumore al seno è dovuto ai geni?
Si dice che il rischio di cancro al seno aumenti di molto se si ha una storia familiare di questa malattia, tuttavia, secondo i dati statistici, solo il 20-30 per cento delle donne cui è stato diagnosticato un tumore al seno corrispondeva a questa caratteristica.
La verità è che NON si è prigionieri dei propri geni.
La questione FONDAMENTALE, in questo caso, è che NON sono i geni a stabilire la salute, quanto piuttosto, la loro espressione, inoltre, grazie alle abitudini e al vissuto emozionale, si ha la possibilità di attivarli e disattivarli.
Ad esempio, la vitamina D controlla l’espressione di un gene su 10.
Ad alcune lettrici sembrerà di essersi tolte un peso dalle spalle. Anche se le donne della propria famiglia (madri o sorelle) sono state colpite dal tumore, non significa che si debba necessariamente andare incontro allo stesso destino.
Come dimostrato dall’enorme progetto di studio genetico chiamato “ Progetto Genoma ”, ogni gene può creare fino a 30000 proteine, ognuna delle quali può avere funzioni diverse. Quindi, il fatto che si possa avere una “ predisposizione ” genetica per certe malattie non significa che si è condannati a svilupparle.
Piuttosto, esiste qualcosa in grado di attivare o disattivare i geni e quel “ qualcosa ” di solito ha una relazione con le abitudini quotidiane. Se si vive costantemente sotto stress c’è la probabilità di una espressione genetica differente a quella che si avrebbe concentrando i propri pensieri in una direzione positiva.
Allo stesso modo, se si mangiano cibi sani, freschi e biologici, si avrà un’espressione genetica diversa da quella che può risultare dal consumo di zuccheri e cibi da fast food.
Anche le donne che presentano mutazioni nei geni BRCA1 e BRCA2 (BReast CAncer 1 e 2), cosa che, si dice, aumenti il rischio di tumore al seno dell’80 per cento, possono cambiare in positivo il proprio modo di vivere e magari ridurre questa percentuale. Per esempio, si è scoperto che i grassi omega-3 come quelli reperibili dall’olio di krill influenzano per il meglio i geni sopracitati.
Quindi, tutto questo significa che si può prendere attivamente una serie di decisioni in modo da aiutare i propri geni a esprimersi in una maniera positiva che combatta le malattie. Quali sono le prime scelte positive che si dovrebbero fare?
Rimedio anti-cancro numero 1: Gestire al meglio la vitamina D
La vitamina D, un ormone steroideo che influenza virtualmente ogni cellula dell’organismo, è uno dei più efficaci e potenti rimedi naturali per contrastare il cancro. Quasi tutti i tipi di cellule umane hanno recettori di vitamina D, dalle cellule delle ossa a quelle del cervello.
Il fegato, i reni e altri tessuti possono convertire la vitamina D presente nel flusso sanguigno in calcitriolo (la versione attiva o ormonale della vitamina D stessa). Gli organi poi la usano per riparare i danni, compresi quelli dovuti alle cellule cancerose.
La vitamina D in grado di penetrare nelle cellule tumorali e provocarne la morte (apoptosi).Quando Jo Ellen Welsh una ricercatrice della State University di New York ad Albany ha iniettato una potente forma di vitamina D in cellule umane di cancro al seno, la metà di esse ha subito una degenerazione ed è stata annientata nel giro di pochi giorni.
Nel distruggere le cellule cancerose, la vitamina D ha la stessa efficacia del Tamoxifen, un farmaco per il tumore al seno con un alto grado di tossicità, senza nessun effetto collaterale, ad una frazione dei costi.
Secondo me non consigliare la vitamina D e non controllarne assiduamente i livelli, nel paziente in modo che rimangano tra i 70 e i 100 ng/ml (nanogrammi per millilitro di sangue) è una negligenza criminale. Questa vitamina infatti lavora in sinergia con tutti i tipi di terapie anti-tumorali che conosco, senza presentare effetti collaterali.
Stando a una ricerca fondamentale, si potrebbero prevenire circa 600000 casi di cancro al seno e colorettale ogni anno semplicemente aumentando i livelli di vitamina D nelle popolazioni di tutto il mondo. In questo caso, poi, si prende in considerazione il rischio di morte di due soli tipi di cancro, ma la vitamina D ne influenza almeno 16!
Le tappe obbligate per la prevenzione del tumore al seno
Una dieta sana, regolare attività fisica, un’appropriata esposizione al sole e una gestione efficace della salute emotiva sono i punti essenziali di qualsiasi programma di prevenzione dei tumori, incluso quello al seno.
Per quest’ultimo in particolare, si può far qualcosa in più tenendo sotto controllo i livelli di ferro in modo che non risultino fuori della norma. Questo accade di frequente una volta che si finiscono le mestruazioni. L’eccesso di ferro fa da potente ossidante e aumenta i radicali liberi, quindi, il rischio di contrarre il cancro.
Nel caso di donne in menopausa o con un tumore al seno, i livelli di ferritina (la proteina che trasporta il ferro e che non dovrebbe avere un valore superiore a 80) vanno abbassati e lo si può fare semplicemente donando il proprio sangue.
Inoltre, le seguenti strategie da applicare alle abitudini di tutti i giorni possono diminuire ulteriormente i rischi:
– Migliorare la sensibilità dei ricettori di insulina. Il modo migliore di farlo è assicurasi di seguire un programma efficiente di esercizio fisico. La maggior parte di noi ha bisogno di cinque – otto ore di esercizio a settimana in modo da ottenere il meglio dai propri recettori di insulina. Stando sicuri di non praticare cardio fitness, ci si può fare qualche idea guardando il mio video sull’esercizio.
Sebbene nel video non abbia menzionato lo stretching e il lavoro sulla flessibilità (come ad esempio lo yoga), queste due cose hanno un’importanza fondamentale nel programma di esercizio. Pur non avendo effetti sull’insulina, eviteranno degli infortuni che potrebbero causare la sospensione di altre attività.
– Mantenere un peso sano. Questo viene da sé quando si inizia a fare esercizio fisico e a mangiare le cose adatte alla propria tipologia nutrizionale. È importante perdere il peso in eccesso perché gli estrogeni, ormoni prodotti nei tessuti grassi, possono far insorgere un tumore al seno.
– Assumere un’alta dose di grassi omega 3 di origine animale, come quelli reperibili nell’olio di krill. Una carenza di omega- 3 è un fattore comune dei tumori che spesso passa inosservato.
– Evitare di bere alcolici. O limitare il consumo di bevande alcoliche a un bicchiere al giorno (per le donne).
– Allattare esclusivamente al seno. Fino a sei mesi dal parto. La ricerca dimostra che questo diminuisce i rischi di tumore.
Come monitorare il cancro al seno in maniera sicura?
La maggior parte dei medici consiglia alle donne la mammografia quale metodo più utilizzato per il tumore. Tuttavia, non ci sono prove concrete del fatto che questo esame salvi delle vite. Di fatto, la ricerca dimostra che aggiungere una mammografia annuale a un attento esame del seno, non aumenta le percentuali di sopravvivenza.
Invece, come ho già scritto approfonditamente in passato, gli effetti nocivi alla salute del test sono ben conosciuti.
L’esame del seno che quindi consiglio di più è la termografia.
La termografia è assolutamente indolore e priva di rischi. Non comporta la compressione dei tessuti, non è invasiva e non emette radiazioni.
La termografia usa una telecamera a infrarossi per rendere graficamente, su un’immagine, la temperatura della pelle. Sull’immagine, i diversi livelli di calore appaiono in colori diversi. Test diagnostici standard come mammografie, radiografie, risonanze magnetiche e TAC sono studiati per analizzare l’anatomia. Al contrario, la termografia rileva cambiamenti fisiologici e processi metabolici.
Si può pensare a questo test come a un tipo di medicina preventiva, infatti è possibile usarlo per scoprire, tenere sotto controllo e anche prevenire patologie gravi che altrimenti sarebbero state diagnosticate in una fase molto più avanzata.
Fonte: mercola.com
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