Espressione e riconoscimento delle emozioni

Le espressioni emozionali (espressioni facciali, cambiamenti posturali e suoni non verbali) sono innate e sono finalizzate a comunicare le proprie emozioni agli altri.
I sentimenti degli altri vengono riconosciuti attraverso la vista e l’udito, osservando le espressioni facciali e ascoltando il tono di voce e la scelta delle parole.

L’emisfero destro ha un ruolo più importante nella decodificazione delle emozioni rispetto al sinistro. È stata riconosciuta una netta superiorità dell’orecchio sinistro e del campo visivo sinistro nel riconoscimento di stimoli di natura emotiva, in quanto ogni emisfero riceve informazioni dalla parte controlaterale dell’ambiente, sebbene entrambi comunichino tra loro attraverso il corpo calloso. Si ritiene che nel processo di ascolto di un messaggiom l’emisfero destro valuti l’espressione emozione della voce, mentre l’emisfero sinistro stabilisca il significato delle parole.

L’emisfero destro, oltre ad avere in generale una maggiore competenza nel riconoscimento delle emozioni, ha una particolare capacità di riconoscere le emozioni negative. Inoltre, esso è dotato di una maggiore efficacia espressiva rispetto al sinistro e, controllando il lato controlaterale, determina che il lato sinistro della faccia produca espressioni emotive più marcate.

Lo sguardo è importante nel riconoscimento delle emozioni. In primo luogo consente di discriminare se l’espressione emozionale è diretta verso il soggetto o verso qualcun altro. Secondariamente, permette di valutare un’eventuale minaccia, rivelata da espressioni di rabbia, o di localizzare un pericolo rivelato da un’espressione di paura.

L’amigdala è implicata nel riconoscimento delle espressioni facciali delle emozioni. Lesioni dell’amigdala compromettono questa capacità e, studi condotti con la PET, rivelano un aumento dell’attivazione dell’amigdala in soggetti che osservano foto di volti con espressioni di paura e solo lievi incrementi osservando foto con volti felici. Si ritiene che l’amigdala sia in generale coinvolta nel riconoscimento di situazioni di pericolo e di minaccia e consenta una messa in guardia da situazioni di potenziale pericolo.

Le espressioni facciali delle emozioni sono automatiche e involontarie e sono difficili da simulare. Ad esempio, solo un sorriso naturale di piacere provoca la contrazione della parte laterale dell’orbicolare dell’occhio (muscolo di Duchenne). Inoltre, le espressioni emozionali spontanee sono controllate da circuiti neuronali specifici. Ad esempio, in caso di paresi dei movimenti facciali spontanei (causate da lesioni della corteccia prefrontale insulare, della sostanza bianca del lobo frontale o di parte del talamo), i soggetti riescono a muovere volontariamente la muscolatura facciale, ma non possono farlo in seguito ad un’emozione. Viceversa, soggetti con paresi dei movimenti facciali volontari (causate da lesioni della corteccia motoria primaria che presiede alla mobilità facciale o delle sue connessioni sottocorticali), hanno difficoltà a muovere volontariamente il viso, ma sono in grado di esprimere un’emozione spontanea con questi stessi muscoli.

L’articolo è stato tratto dal libro della Dr.ssa Gasparini
“Multidisciplinarietà in Medicina”

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