La disinformazione trasforma coloro che praticano medicina complementare in stregoni o ciarlatani, dimenticando o ignorando che alcune discipline, tra cui l’omeopatia, sono riconosciute ufficialmente dall’Ordine dei Medici e di esclusiva competenza di un laureato in medicina e odontoiatria che ha seguito un ulteriore percorso formativo ad hoc. È quanto sottolinea l’Adnkronos in uno speciale dedicato all’omeopatia.
“Non si tratta né di mode né di fai da te – spiega Simonetta Bernardini, presidente della Società Italiana Omeopatia e Medicina Integrata – ma di un atto medico che va sempre ricondotto all’azione di un medico che, in queto caso se ha anche altre competenze può allargare la sua ‘cassetta dei medicinali’ con altre tecniche terapeutiche”.
“La diagnosi – prosegue Bernardini – è quella della medicina ‘classica’, ed è prima di tutto questa che serve a stabilire se una patologia deve essere curata con la medicina ‘ortodossa’ o con l’omeopatia, l’agopuntura, la chiropratica o altro, tutte tecniche terapeutiche che possono essere aggiunte alla medicina tradizionale o anche sostituirla ma in casi selezionati”.
“Praticare la medicina integrata, aggiungendo altre specializzazioni e altri percorsi formativi, come nel mio caso l’omeopatia o la fitoterapia significa avere un’arma in più per poter offrire a tutte le donne una buona terapia” , aggiunge Stefania Piloni, Stefania Piloni, ginecologa e docente di Medicina Complementare all’Università degli Studi di Milano, che da oltre 25 anni alla sua specializzazione in ginecologia ha aggiunto l’omeopatia e la fitoterapia. È quindi necessario secondo Piloni “far conoscere alla gente e agli stessi medici questo meraviglioso modo di fare medicina”.
“Quando si parla di salute e di malattie – spiega Paola Minghetti, ordinario di Tecnologia, Socioeconomia e Normativa dei medicinali all’Università degli Studi di Milano – indubbiamente l’informazione è un aspetto molto importante e molto critico. Ma chi è autorizzato a fare informazione validata e convalidata? Sicuramente è veritiero quello che si trova sul foglio illustrativo, nell’etichetta e anche nella pubblicità, che viene sempre valutata e validata. Al contrario, altri canali di informazione non ufficiali sul web, a partire dai social, sicuramente non sono controllati o validati, e spesso contengono informazioni non corrette e fuorvianti”.
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