Almeno otto decessi e decine di casi di effetti cardiaci e psichiatrici. È questo il preoccupante bilancio del consumo di energy drink in Francia presentato al congresso europeo di cardiologia svoltosi nei giorni scorsi a Barcellona da 15 tra cardiologi, psichiatri, psicologi e neurologi guidati da Milou-Daniel Drici.
Nel complesso 95 persone hanno avuto sintomi cardiovascolari, 74 psichiatrici e 57 neurologici, e molti ne hanno avuto più di uno insieme. Ci sono stati otto decessi, mentre 46 persone hanno sofferto di aritmie, 13 di angina e 3 di ipertensione. Il principale effetto indesiderato, riscontrato in 60 soggetti, è stato la sindrome da caffeina, ovvero una tachicardia accompagnata da tremori, ansia e cefalea. Sono stati segnalati poi alcuni casi di decessi improvvisi e inspiegabili, aritmie gravi e infarti che potrebbero essere associati al consumo di energy drinks.
“Il 96% dei cosiddetti energy drink – spiega Milou-DanielDrici – è a base di caffeina, e una lattina media, da 250 ml, ne contiene quanto due espressi. La caffeina agisce liberando in misura massiccia calcio nel cuore, e questo può causare aritmie anche fatali, e compromettere la capacità del cuore di usare l’ossigeno, con danni su tutto l’organismo. Oltre alla caffeina, poi, il 52% di queste bibite contiene taurina, il 33% glucuronolattone e due terzi vitamine.
I giovani, tipicamente, le consumano di sera, in bar e discoteche, spesso in dosi massicce per non sentire l’effetto dell’alcol che bevono durante la stessa serata, con gravi rischi di effetti sulla salute, di incidenti stradali e di gravi danni da eccesso di alcol. I ragazzi le consumano durante o dopo l’attività sportiva, rischiando di amplificare gli effetti negativi sul cuore”.
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