Parte oggi sulle reti Rai la Campagna Istituzionale Informativa sull’endometriosi – malattia cronica e complessa, originata dalla presenza anomala del tessuto che riveste la parete interna dell’utero, cioè l’endometrio, in altri organi quali ovaie, tube, peritoneo, vagina, intestino – con lo spot realizzato dal Ministero per le Pari Opportunità in collaborazione con la Fondazione Italiana Endometriosi Onlus (FIE).
“Il problema – ha sottolineato il Ministro Mara Carfagna – è stato troppo a lungo sottovalutato: in Italia sono tre milioni le donne che soffrono di endometriosi, il 30 per cento delle italiane in età fertile. Con questo spot realizzato dal Ministero per le Pari Opportunità vogliamo andare oltre, aiutando le donne a conoscere la malattia e a ritrovare fiducia”.
Nel nostro Paese, come nel resto d’Europa, la diagnosi di endometriosi è tardiva: generalmente in Italia viene diagnosticata attorno ai 32 anni, in piena età fertile. Come ha spiegato il presidente della Fondazione italiana endometriosi onlus Pietro Giulio Signorile, la percentuale risulta maggiore nelle zone dove c’è un tasso di inquinamento ambientale e dove si trovano aziende che dimettono o emettono grandi quantità di materiali inquinanti.
“La campagna di informazione sull’endometriosi – ha aggiunto il presidente della Fondazione – rappresenta un ulteriore passo in avanti nella lotta a questa grave patologia che colpisce centinaia di milioni di donne in tutto il mondo. È una malattia di genere e un fenomeno sociale che coinvolge tutti gli aspetti della vita di una donna, per questo tale iniziativa diventa un fattore di civiltà. Grazie al costante lavoro di ricerca, informazione e sensibilizzazione svolto dalla nostra Fondazione, sono stati raggiunti importanti traguardi quali la scoperta dell’origine embriogenetica e quella dei principali fattori scatenanti, gli interferenti endocrini come il bisfenolo A, presente in molti oggetti di plastica di uso comune”.
“L’Inps, poi – ha concluso Signorile – si è impegnato a effettuare la codifica della malattia, per far sì che vengano riconosciuti una serie di servizi socio-assistenziali e previdenziali per questa patologia. Auspichiamo che dopo l’uscita dello spot, e dunque la presa in carico da parte del Governo, ci sia un’accelerazione in questo senso”.
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