Immaginate di vivere senza luce, cellulare, televisione, internet ed elettricità. Immaginate, insomma, di rinunciare a tutti i comfort tecnologici che ci circondano per condurre una vita d’altri tempi. Qualcuno, oggi, sceglie una simile esistenza consapevolmente, ma non è questo il caso di Janice Tunnicliffe.
Questa signora britannica di 55 anni è infatti affetta da una condizione rarissima, chiamata ‘elettrosensibilità’. In pratica la donna è allergica ai campi elettromagnetici rilasciati da tutti gli apparecchi elettrici. La donna, madre di due figli e sopravvissuta a un cancro, sta male in presenza della tecnologia, che le provoca mal di testa, dolori al petto, nausea, formicolii a gambe e braccia. Soltanto nei weekend, quanto va in campagna, “si rilassa un attimo”.
Janice non puo guardare la tv, non può ascoltare la radio, navigare sul web o usare il cellulare. La sua casa è diversa da quelle moderne di oggi e appare più simile a una casa del Medioevo: non c’è il frigorifero, il congelatore o il computer. La donna trascorre le serate a lume di candela, giocando a scarabeo o a scacchi.
Come raccontano diversi quotidiani britannici, il malessere di Janice Tunnicliffe è cominciato dopo un ciclo di chemioterapia a cui la donna si è dovuta sottoporre circa tre anni fa. Il trattamento le ha lasciato in eredità questa rara condizione chiamata elettrosensibilità. I campi elettromagnetici, innescati da apparecchi in funzione, possono provocare reazioni anche gravi.
La donna è venuta a conoscenza dell’elettrosensibilità tramite internet e con gli anni ha imparato da sola a gestire la sua condizione: lamenta, infatti, di non aver mai trovato ascolto nei medici. Il servizio sanitario britannico si è rifiutato di pagarle il trattamento in un ospedale privato specializzato. Secondo la maggior parte dei medici in Gran Bretagna, l’elettrosensibilità è infatti considerata un disturbo psicosomatico. Secondo Powerwatch, un’organizzazione di ricerca sugli effetti dei campi elettromagnetici, il 3-4% della popolazione può avere una qualche reazione ‘allergica’ alla tecnologia, ma soltanto pochi al livello di Mrs Tunnicliffe.
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