Ammettiamolo. Una delle fantasie proibite di molte persone è …. Si, proprio quella, uhm… Ma che avete capito? Niente a che fare col sesso! Mi riferisco al desiderio di far fuori mega porzioni di dolci senza sensi di colpa, senza la paura che l’ago della bilancia salga e con esso pure la ciccia. A tal proposito, una delle domande che un nutrizionista si sente porre spesso è: “ma se uso il dolcificante ipocalorico al posto dello zucchero, non ingrasso vero?”.
Essendo molto più dolce rispetto al comune zucchero, per ottenere la stessa dolcezza, è possibile usarne una quantità sensibilmente inferiore, a discapito del gusto – si intende – perché è innegabile che il sapore e il retrogusto che caratterizza i dolcificanti artificiali risulta poco o per nulla gradevole alla maggior parte dei consumatori di questi prodotti.
Sono anni che la pubblicità ci tenta con l’acquisto di bibite e alimenti light con edulcoranti, proposti come amici della linea e della salute, da consumare liberamente e che contengono aspartame, saccarina, acesulfame, ciclamato, sucralosio ecc., al posto del perfido saccarosio, lo zucchero da tavola stimolatore di odiose maniglie dell’amore e coulotte de cheval. E chi sono i testimonial di queste golosità innocenti? Ovviamente tutte persone senza problemi di linea, che trasudano salute, gioia di vivere, energia. Ma sì, a tutta cola e aranciata light, tanto non si ingrassa, verrebbe da dire! Ma è proprio così? La risposta, sulla base di evidenze scientifiche è chiaramente negativa.
Infatti, gli studi evidenziano che le bibite e i cibi light fanno aumentare la probabilità di accumulare i chili di troppo. Analizzando le risposte ormonali all’assunzione di dolcificanti e di saccarosio, diversi ricercatori hanno infatti scoperto che i primi, a differenza del secondo, non scatenano la produzione di insulina, grelina e altre sostanze implicate con un ruolo chiave nel metabolismo degli zuccheri, importanti per stimolare le sensazioni di appetito e sazietà.
Studi di imaging cerebrale hanno verificato che l’attivazione dei centri del piacere e di altre aree del cervello, che si verifica dopo l’assunzione del normale zucchero da cucina (saccarosio), non si osserva se questo è sostituito con i dolcificanti, oppure presenta importanti differenze. Il sospetto è che con un consumo continuativo dei sostituti del saccarosio, il cervello perda l’abitudine di associare il gusto dolce all’ingresso nell’organismo di calorie, e che i dolcificanti determinino un senso inappagato di fame, che spinge poi a mangiare di più.
Sebbene i risultati delle indagini non siano sempre inequivocabili, il loro insieme indica che chi assume abitualmente bibite e cibi con edulcoranti non è più magro di chi consuma con la stessa regolarità prodotti similari, ma contenenti saccarosio. Inoltre, nei due gruppi è analogo il rischio di sviluppare diabete di tipo II, sindrome metabolica, malattie cardiovascolari. Inoltre, permangono forti dubbi sulla correlazione tra rischio tumori e altre malattie e il consumo di queste sostanze.
A questo punto la domanda è lecita: perché consumare dolcificanti artificiali, visto che non apportano vantaggi evidenti per la linea e possono risultare nocivi per la salute? Meglio concedersi un po’di dolcezza al naturale, ridurre il consumo di bibite e dolci e magari, imparare a prepararli in casa nel modo più sano possibile. Il buon senso, la fantasia e la moderazione premiano sempre anche a tavola!
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