Da oggi i minori di 16 anni non potranno più acquistare la sigaretta elettronica, il cui consumo, risulta in crescita. Lo stabilisce un’ordinanza del ministero della Salute nella quale si paventa il rischio che la nicotina possa indurre a forme di dipendenza nei giovani.
Secondo il direttore dell’Osservatorio fumo, alcol e droghe dell’Istituto superiore di sanità, Piergiorgio Zuccaro “è giusto che non vengano vendute ai minori perché, come le normali sigarette per le quali la vendita ai minori è già vietata, contengono nicotina”. L’ordinanza secondo l’esperto costituisce “una misura di cautela, dal momento che sulle sigarette elettroniche non sono stati fatti sufficienti test di efficacia e sicurezza”.
Il divieto all’acquisto della sigaretta elettronica arriva in seguito a varie polemiche sulla reale efficacia di questo strumento.
Nel 2010 l’Organizzazione mondiale della Sanità ha emesso una ‘sentenza di condanna’ affermando che le sigarette elettroniche contengono troppi additivi chimici e in realtà non aiutano a smettere di fumare. Inoltre sempre nel 2010 il procuratore torinese Raffaele Guariniello ha aperto un fascicolo per indagare sulla presenza nelle sigarette elettroniche di nicotina, documentata da varie analisi. Contrari sono anche i medici i quali sostengono che sulle sigarette elettroniche non sono stati fatti studi scientifici di efficacia e di non pericolosità e pertanto non si può escludere che esse inducano ad un rischio di dipendenza o intossicazione da nicotina.
Intanto una ricerca del Censis, su incarico di British American Tobacco Italia presentata ieri a Roma nell’ambito del convegno “Tabacco, regole e mercato” rivela che gli italiani risultano fortemente consapevoli dei rischi per la salute derivanti dal fumo.
Come affrontare però la questione dei consumi di prodotti da tabacco? Su questo punto l’opinione pubblica appare divisa. Per il 35% degli intervistati un cittadino adulto e informato deve essere libero di scegliere. Il 18% sposa una linea ‘proibizionista’ e ritiene che la vendita delle sigarette dovrebbe essere limitata e progressivamente vietata per tutelare la salute. L’opzione prevalente (46%) è però quella ‘pragmatica’, per cui a fronte dei rischi è meglio che il commercio sia legale, controllato e tassato.
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