La dieta mediterranea combatte anche la depressione

La dieta mediterranea ha anche effetti antidepressivi. È quanto emerso da una sperimentazione clinica condotta in Australia da Felice Jacka della Deakin University. La ricerca ha preso le mosse da alcuni studi che evidenziavano come la depressione sia più frequente tra coloro che conducono una dieta poco salubre.

Partendo da qui, Felice Jacka ha deciso di avviare una sperimentazione clinica per verificare se effettivamente la dieta mediterranea potesse in qualche modo trattare il disturbo depressivo.

La ricerca ha coinvolto 67 pazienti con depressione da moderata a grave: metà del campione ha seguito per 12 settimane una dieta mediterranea modificata a base sostanzialmente di cereali integrali, molti legumi, carne magra, uova, pesce latticini non zuccherati, con un limitatissimo consumo di bibite e alcolici. Il resto del campione per le 12 settimane doveva invece seguire la propria dieta abituale. Il livello di depressione di tutti i partecipanti è stato misurato con una scala (da 0 a 60 dove 60 indica depressione grave e 0 remissione) prima e dopo le 12 settimane.

È così emerso che tra coloro che hanno seguito la dieta mediterranea il livello di depressione è calato; in alcuni pazienti si è addirittura raggiunta la remissione. È da accertare quali siano gli ingredienti della dieta mediterranea con effetti antidepressivi, ma è probabile che sia una combinazione di fattori, ad esempio la ricchezza di grassi buoni che proteggono il cervello e il ridotto consumo di zuccheri tossici per il cervello.

Altri studi hanno dimostrato i benefici della dieta mediterranea per la nostra salute. La dieta mediterranea è stata infatti associata ad un rischio ridotto di morte in pazienti che hanno già avuto il cuore sotto “minaccia” o una storia di malattia cardiovascolare alle spalle.

Un recente studio dell’università di Edimburgo, pubblicato sulla rivista Neurology, ha inoltre rilevato che la dieta mediterranea rallenta l’invecchiamento e protegge il cervello: negli anziani che la seguono il cervello infatti si restringe meno rispetto a chi non l’ha adottata.

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