Le cause del «deragliamento» del metabolismo degli zuccheri sono non soltanto di natura congenita, ma dipendono fortemente anche dal sovrappeso e dalla mancanza di attività fisica.
I vasi sanguigni formano l’infrastruttura per il trasporto delle sostanze nutritive e dei metaboliti. Anche lo zucchero nel sangue (il glucosio) percorre il nostro corpo attraverso i vasi sanguigni. Misurati a digiuno, i valori normali del glucosio dovrebbero essere inferiori a 90 mg/100 ml (5,0 mmol/l) e inferiori a 140 mg/100 ml (7,8 mmol/l) dopo l’assunzione di un determinato carico di zuccheri. Quando si superano questi valori, si parla o di un disturbo della tolleranza glicemica, nel caso in cui restino comunque inferiori a 200 mg/100 ml (11,1 mmol/l), oppure di diabete, quando viene superata anche questa soglia.
Tipi di diabete
Se il glucosio non viene assorbito dalle cellule per la produzione di energia, ma rimane nel sistema vascolare, la sua concentrazione nel sangue aumenta. In base alle cause di questo incremento si distinguono, innanzitutto, il diabete di tipo 1 (detto in passato “giovanile”) e il diabete di tipo 2 (detto in passato “dell’adulto”). Se l’aumento del glucosio nel sangue non è dovuto a nessuno dei due tipi precedenti, si parla di diabete di tipo 3.
Per far sì che il glucosio penetri nelle cellule è necessario l’ormone insulina. Questo può mancare del tutto, perché il pancreas non ne produce a sufficienza: si ha allora il diabete di tipo 1. Si tratta di una malattia autoimmune, in cui è il corpo stesso a distruggere le cellule produttrici dell’insulina. Le persone affette da diabete di tipo 1 devono essere curate immediatamente, ma rappresentano solo il 10% dei diabetici.
La maggior parte è affetta da diabete di tipo 2
Quando la causa della glicemia elevata non è la carenza di insulina ma la ridotta sensibilità a quest’ultima, si parla di diabete di tipo 2. Più dell’85% dei diabetici è affetto da questa malattia, alla quale si aggiunge la relativa carenza di insulina, poiché ai diabetici di tipo 2 manca la prima rapida risposta insulinica al carico di zuccheri assunto. In più, in seguito al deficit di glucosio nelle cellule, questo viene prodotto maggiormente dal fegato.
Il tipo 2: predisposizione genetica mista a stile di vita errato
I parenti di primo grado di un diabetico hanno una probabilità del 50% di sviluppare a loro volta il diabete di tipo 2.
Se questa predisposizione genetica si trasformerà davvero in malattia, dipenderà considerevolmente dallo stile di vita dell’individuo. Le persone in sovrappeso che non svolgono attività fisica corrono un rischio maggiore.
Chi va considerato in sovrappeso?
Il cosiddetto BodyMass Index (BMI ovvero IMC, indice di massa corporea), calcolato in base all’altezza e al peso, serve per determinare il sovrappeso. Fino a un IMC di 25 kg/m², il peso è considerato regolare.

Criteri supplementari per la valutazione del rischio di diabete
Oltre all’IMC va valutata con attenzione la presenza di tessuto adiposo sottocutaneo (o viscerale) come fattore di rischio per lo sviluppo del diabete di tipo 2.
Nelle donne, una circonferenza addominale superiore agli 80 cm indica già un maggiore rischio di diabete; quando si superano gli 88 cm, il rischio diventa significativo.
Negli uomini, il rischio è da considerarsi maggiore quando si raggiunge una circonferenza di 94 cm e aumenta sensibilmente quando si raggiungono o si superano i 102 cm.
Per una corretta misurazione bisogna far scorrere il metro tra l’ultima costola e il bordo superiore del bacino.
Il quoziente vita-altezza (Waistto Height Ratio = WHtR) è considerato particolarmente rilevante per una stima del rischio di diabete.
Fino a quarant’anni non si dovrebbe superare un valore di 0,4 o 0,5, mentre dopo il cinquantesimo anno di vita sono accettabili misure più elevate, ma il quoziente non dovrebbe comunque superare un valore di 0,6.
I sintomi del diabete mellito
Che sia per una mancanza di insulina assoluta (diabete di tipo 1) o relativa (diabete di tipo 2), le cellule non ricevono il glucosio presente nel sangue, o completamente o parzialmente, quindi il livello di zuccheri nel sangue aumenta. Una glicemia elevata (in termini tecnici, iperglicemia) porta a sintomi gravi, che tuttavia si risolvono non appena si riesca a riportare, attraverso terapie mirate, il livello glicemico a valori normali.
I sintomi del diabete variano da persona a persona. Anche la comparsa o meno di più sintomi in contemporanea è soggetta a fattori individuali.
Poiché il diabete di tipo 1 si sviluppa in breve tempo, anche i sintomi sono spesso più acuti. Nel caso del diabete di tipo 2, invece, si ha più frequentemente un’assenza di sintomi.
Sintomi tipici
Molte persone lamentano la comparsa di sintomi tipici del diabete, quali:
– Forte sete e bocca secca
– Maggiore escrezione di urina
– Cattiva guarigione delle ferite
– Peggioramento della vista
– Perdita di peso involontaria
In questi casi è possibile riconoscere la malattia in breve tempo.
In seguito all’aumento del livello glicemico nel sangue i reni non sono in grado di assorbire gli zuccheri, i quali vengono eliminati con l’urina (glicosuria); ciò ha come effetto collaterale una maggiore perdita di liquidi. Questa, a sua volta, causa un aumento della sete. Inoltre, una glicemia elevata corrisponde sempre anche a una minore produzione di energia nelle cellule, la quale spiega da un lato l’inferiore capacità di guarigione delle ferite, dall’altro una involontaria perdita di peso.
Sintomi aspecifici
Il diabete mellito, soprattutto in caso di diabete di tipo 2, può causare anche una serie di sintomi aspecifici o vaghi, cioè che potrebbero essere causati anche da altri fattori (o altre malattie). Per esempio, la stanchezza e la tendenza a sviluppare infezioni, dovute al fatto che le cellule producono meno energia.
In ogni caso, quando si registrano solo sintomi vaghi, è frequente che questi non portino all’individuazione dell’iperglicemia. Perciò, il diabete di tipo 2 viene in molti casi diagnosticato solo casualmente, durante check-up generici o nell’ambito di analisi per altre malattie.
Tratto da “Diabete Mangiare con Gusto (164 ricette)” di Doris Fritzsche, Friedrich Bohlmann, Marlisa Szwillus
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