Le persone con diabete di tipo 1 che smettono di fumare vedono ridurre i livelli di zuccheri nel sangue a livelli simili rispetto a quelli dei diabetici non fumatori. È quanto dimostra uno studio pubblicato sulla rivista PLoS One. Dallo studio emerge inoltre che eliminare il vizio delle bionde riduce anche il rischio di danni alla retina e ai reni.
I ricercatori della George Washington University hanno esaminato le cartelle cliniche di 1.441 partecipanti con diabete di tipo 1, che avevano un’età media di 27 anni. I fumatori avevano un peggiore controllo metabolico e un rischio di retinopatia e nefropatia superiori rispettivamente del 43% e del 36% rispetto ai non fumatori. Questi effetti, tuttavia, sembrano essere reversibili. Gli ex fumatori, infatti, non differivano in modo significativo da chi non aveva mai fumato, sia nei livelli medi di controllo della glicemia che nel rischio di complicanze.
“I dati sono consistenti e non lasciano adito a dubbi. Fumare si associa ad una emoglobina glicata elevata, indice di scompenso del diabete e fattore che favorisce lo sviluppo di complicanze croniche”, spiega Paolo Pozzilli, direttore dell’Unità Operativa Complessa di Endocrinologia e Diabetologia dell’Università Campus Bio-Medico di Roma.
“Il dato originale e di particolare interesse sul piano pratico di questo studio è che smettere di fumare può contribuire a migliorare il controllo metabolico e, quindi, a ridurre l’insorgenza di complicanze temibili quali la retinopatia, nefropatia e neuropatia associate al diabete. Pertanto – conclude l’esperto della Società Italiana di Diabetologia (Sid) – i pazienti fumatori dovrebbero essere fortemente invitati a smettere”.
Il fumo è correlato all’aumento di complicanze per chi ha il diabete, principalmente a causa degli effetti nocivi sulla circolazione. Se più ampiamente ne sono stati studiati gli effetti in pazienti con diabete di tipo 2, ovvero quello legato agli stili di vita, meno evidenze erano finora disponibili per il diabete di tipo 1, o autoimmune.
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