La terapia basata sulla meditazione funziona come un farmaco antidepressivo. È quanto sostiene uno studio dell’università di Oxford pubblicato sulla rivista Jama Psychiatry. La terapia della consapevolezza consiste nell’allenare il cervello ad affrontare le emozioni negative usando tecniche come meditazione, esercizi respiratori e yoga.
Anche se per alcuni questa tecnica può portare ad attacchi di panico, paranoia, delusioni o depressione, secondo questo nuovo studio, il più vasto mai condotto finora sull’argomento, la terapia cognitiva basata sulla consapevolezza (mindfulness-based cognitive therapy o mbct) aiuta le persone allo stesso modo degli antidepressivi più comuni, e non ci sono prove di effetti collaterali. Dalla ricerca è infatti emerso che le persone depresse che erano state trattate con questa terapia avevano il 31% in meno di rischio di avere una ricaduta nei 4 mesi successivi.
“Questi risultati non devono meravigliare, la ‘minduflness’ è oramai piuttostodiffusa e crescente è il numero di evidenze scientifiche in favore dei suoi effetti sull’organismo”, spiega Nicola De Pisapia, ricercatore dell’Università di Trento e responsabile scientifico di «Neocogita», azienda per lo sviluppo di applicazioni e strumenti informatici per il benessere della mente e del cervello.
“Il meccanismo è il seguente: meditare provoca una riduzione del rimuginio, quell’attività di pensiero ripetitiva che porta a rielaborare negativamente gli eventi passati e, quando si rivolge al futuro, costringe il soggetto a pensare e ripensare senza sosta al possibile svolgimento degli eventi che verranno, preoccupandosi per le minacce che percepisce incombenti”.
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