Ansia, irritabilità, paura e sbalzi d’umore negli adolescenti sono segnali che possono precedere la depressione, alla quale si è più esposti se i genitori hanno una storia clinica di depressione. Altri segni come la malinconia e i comportamenti distruttivi non sarebbero invece collegati alla depressione anche quando esiste un rischio familiare.
È quanto emerge da un recente studio inglese che rileva come ogni anno più di un adolescente su 10 vive l’esperienza di un episodio depressivo maggiore e il fattore di rischio più frequente è avere un padre o una madre con storia di depressione.
Lo studio ha preso in esame i dati di 337 famiglie nelle quali almeno un genitore ha sofferto di almeno due precedenti episodi di depressione maggiore e un figlio biologico tra i 9 e i 17 anni viveva in casa. Nel complesso lo studio ha osservato 315 madri e 22 padri con storia di depressione oltre a 197 ragazze e 140 ragazzi che all’inizio dell’indagine avevano in media 12 anni.
I genitori e i ragazzi sono stati valutati attraverso esami, e questionari sulle loro condizioni di vita e la salute mentale. Nessuno dei ragazzi aveva sperimentato la depressione quando è iniziato lo studio, però attorno ai 14 anni 6 maschi e 14 femmine hanno avuto un episodio depressivo maggiore.
Secondo Anne Glowinski, ricercatrice di psichiatria infantile alla Washington University School of Medicine di St. Louis, “i genitori non possono impedire il passaggio di una parte del loro patrimonio genetico ai figli ma possono limitare i fattori dell’ambiente domestico che aumentano il rischio depressione. Se i genitori curano la propria depressione, questo può aiutare i ragazzi a crescere in un ambiente meno stressante, eliminando un potenziale fattore di rischio.
I genitori, inoltre, dovrebbero sempre prendere sul serio sintomi come sbalzi di umore, ansia, paure e irritabilità dei propri figli, sebbene una linea di confine tra un comportamento normale di un adolescente e i segnali di disagio può essere non facile da individuare. “In generale, suggerisco che la sofferenza cronica e/o una compromissione delle attività scolastiche, sociali o altro – conclude Glowinski – sia comunque il segno che un ragazzo probabilmente ha bisogno di aiuto”.
“I risultati della nostra ricerca confermano che i fattori di rischio per gli adolescenti rispetto alla depressione sono piuttosto simili a quelli della popolazione generale: la povertà, gli eventi stressanti, il grado di parentela con adulti depressi – ha spiegato l’autrice dello studio, Frances Rice dell’Università di Cardiff nel Galles – Tutti i genitori quindi possono tenere sotto controllo i cambiamenti emotivi del bambino quando viene a contatto con la quotidianità, per esempio se va d’accordo con i compagni, se studia, se ha una buona relazione con i genitori e i fratelli”.
Lo studio citato nel testo è il seguente: Rice, F. et al. Antecedents of New-Onset Major Depressive Disorder in Children and Adolescents at High Familial Risk. JAMA Psychiatry 62, 593–602 (2016)
Disclaimer
Le informazioni contenute in questo articolo sono puramente divulgative. Tutte le eventuali terapie, trattamenti o interventi energetici di qualsiasi natura che qui dovessero essere citati devono essere sottoposti al diretto giudizio di un medico. Niente di ciò che viene descritto in questo articolo deve essere utilizzato dal lettore o da chiunque altro a scopo diagnostico o terapeutico per qualsiasi malattia o condizione fisica. L’Autore e l’Editore non si assumono la responsabilità per eventuali effetti negativi causati dall’uso o dal cattivo uso delle informazioni qui contenute. Nel caso questo articolo fosse, a nostra insaputa, protetto da copyright, su segnalazione, provvederemo subito a rimuoverlo. Questo sito non è da considerarsi una testata giornalistica in quanto non viene aggiornato con una frequenza costante e prestabilita. Gli articoli prodotti da noi sono coperti da copyright e non possono essere copiati senza nostra autorizzazione