Il parlamento greco ha rinviato a giudizio il colosso farmaceutico Novartis per sospetto versamento di mazzette ad alti responsabili politici, tra il 2006 e il 2015. I deputati di Atene hanno stabilito che una commissione parlamentare ad hoc non era adatta ad esaminare il caso e hanno rinviato il dossier ai tribunali.
Dato che l’istruttoria citava nomi di ex capi di governo e ministri, in base alla costituzione il parlamento greco lo scorso febbraio aveva deciso di creare una commissione d’inchiesta per far luce sulla vicenda.
Secondo testimoni protetti dalla giustizia, l’azienda farmaceutica svizzera avrebbe corrotto responsabili politici e medici per dominare il mercato con autorizzazioni di accesso veloci e per poter mantenere alti i prezzi dei propri medicinali. Novartis avrebbe pagato tangenti per 50 milioni di euro, provocando nel decennio in questione uno sperpero di fondi pubblici di circa 3 miliardi di euro.
Fra i presunti corrotti figurano l’ex premier conservatore Antonis Samaras, il commissario europeo alla Migrazione Dimitris Avramopoulos e il governatore della Banca di Grecia Yannis Stournaras. A questi si aggiungono altri sei ministri o viceministri. Tutti negano gli addebiti, parlano di diffamazione e accusano il governo di sinistra di Alexis Tsipras di volere sviare l’attenzione dalla crisi finanziaria in cui versa il Paese. Novartis oha ribadito di lavorare in collaborazione con le autorità per chiarire la questione e ha precisato di avere avviato un’indagine interna.
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