Corno d’Africa: si aggrava la crisi umanitaria

Si estende la catastrafe umanitaria nel Corno d’Africa, colpito dalla più grande siccità degli ultimi 60 anni. La carestia si è estesa nelle regioni meridionali della Somalia.L’Onu ha aggiunto una sesta regione, quella di Bay, all’elenco delle aree dichiarate in stato di carestia, che ora interessa praticamente tutta la porzione meridionale della Somali, compresa Mogadiscio.

Lo stato di carestia viene dichiarato quando almeno il 20 per cento delle famiglie viene colpito da una grave penuria alimentare, mentre il 30 per cento della popolazione soffre uno stato di grave malnutrizione portando il tasso di mortalità quotidiano a 2 persone su 10 mila.

Secondo le Nazioni unite, sono almeno 12 milioni le persone esposte al rischio di gravissima denutrizione, di questi, almeno 4 milioni sono in Somalia. Il tasso di malnutrizione tra i bambini ha raggiunto il 58%. Nei paesi confinanti, Kenya, Uganda ed Etiopia la situazione è relativamente sotto controllo. Tuttavia in alcune regioni del nord del Kenya gli effetti della siccità sono amplificati dall’alto prezzo dei generi alimentari e della benzina. Ogni giorno migliaia di somali tentano di raggiungere, spesso a piedi, i paesi vicini per avere soccorso.

Le previsioni delle Nazioni Unite sono drammatiche: entro la fine dell’anno l’intera parte meridionale del Paese verrà colpita e, in assenza di una risposta adeguata, 750.000 persone moriranno, secondo il centro di analisi per la sicurezza alimentare dell’ONU.

“Se il livello di risposta attuale alla crisi umanitaria continua così – spiega il centro di analisi per la sicurezza alimentare dell’Onu (Fsnau) – la fame avanzerà ancora nei prossimi quattro mesi”. Gli aiuti internazionali sono infatti insufficienti a coprire i bisogni della popolazione e vi sono inoltre grandi difficoltà nella consegna degli aiuti a causa della mancanza di un governo centrale e della situazione caotica in molte province.

Le agenzie Onu e le Ong impegnate nell’assistenza umanitaria hanno raccolto al momento 1,46 miliardi di dollari, almeno un miliardo di meno di quanto stimato per un intervento efficace.

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