Il colesterolo alto aumenta il rischio di infarto e ictus in particolare per i giovani adulti al di sotto dei 45 anni. A confermarlo è uno studio di Brunner et al., dal titolo “Application of non-HDL cholesterol for population-based cardiovascular risk stratification: results from the Multinational Cardiovascular Risk Consortium“. La ricerca è senza precedenti, per durata e dimensioni, condotta del Centro di Ricerca Cardiovascolare in Germania e pubblicato sulla rivista The Lancet.
- Colesterolo alto, infarto e ictus: cosa è emerso dallo studio
- Cos’è il colesterolo?
- Colesterolo alto, quali rischi?
- Con quali valori si parla di colesterolo alto (Ipercolesterolemia)?
- I sintomi del colesterolo alto
- Quali sono le cause del colesterolo alto?
- Come abbassare il colesterolo alto
- Cibi che abbassano il colesterolo alto
Colesterolo alto, infarto e ictus: cosa è emerso dallo studio
La ricerca ha coinvolto quasi 400.000 persone di 38 Paesi il cui stato di salute è stato monitorato per un tempo medio di 43,5 anni tra il 1970 ed il 2013. Per la prima volta lo studio ha calcolato il rischio cardiovascolare a lungo termine (fino ai 75 anni di età), mentre finora il rischio era stimabile solo per i 10 anni successivi. Lo studio si è basato sulla misura del cosiddetto ‘colesterolo non-HDL’ che comprende tutte le forme esistenti di colesterolo “cattivo” (e non solo il più noto colesterolo LDL).
Dallo studio è così emerso che gli individui con meno di 45 anni con colesterolo non-HDL elevato presentano un rischio di infarto (fatale e non) del 12-43% e un rischio di ictus più alto del 6-24% entro i 75 anni di vita.
Nel corso degli anni di follow up si sono verificati oltre 54 mila casi di infarto e ictus, fatali e non. È stato riscontrato un maggior rischio di infarto o un ictus per gli under-45 con colesterolo alto (+16% di rischio per le donne, +29% per i maschi), mentre gli over-60 con colesterolo alto presentano un rischio di andare incontro a infarto o ictus del 12% e del 21% rispettivamente per le donne e per gli uomini.
Gli autori concludono che il legame tra il maggior rischio cardiovascolare e la giovane età potrebbe dipendere dalla più lunga esposizione agli effetti nocivi dei grassi cattivi nel sangue. Resta da capire con ulteriori studi clinici se e quanto gli individui under-45 possano beneficiare di terapie precoci di riduzione del colesterolo e quale sia il rapporto benefici rischi di queste cure.
Cos’è il colesterolo?
Il colesterolo è una sostanza grassa necessaria al corretto funzionamento dell’organismo: partecipa infatti alla sintesi di alcuni ormoni e della vitamina D ed è un costituente delle membrane delle cellule. Prodotto dal fegato, può anche essere introdotto con la dieta: ad esempio è contenuto cibi ricchi di grassi animali, come carne, burro, salumi, formaggi, tuorlo dell’uovo, fegato. È assente in frutta, verdura e cereali.
Il trasporto del colesterolo tramite il sangue è affidato a una classe particolare di particelle, quella delle lipoproteine. Esistono quattro tipi di lipoproteine, classificate in base alla densità, che è inversamente proporzionale alla quantità di colesterolo presente. Le più importanti per la prevenzione cardiovascolare sono:
- LDL, o lipoproteine a bassa densità: trasportano il colesterolo sintetizzato dal fegato alle cellule del corpo
- HDL, o lipoproteine ad alta densità: rimuovono il colesterolo in eccesso dai diversi tessuti e lo trasportano nuovamente al fegato, che poi provvede a eliminarlo.
Le LDL sono note nel linguaggio comune come “colesterolo cattivo”: quando sono presenti in quantità eccessiva, infatti, tendono a depositarsi sulla parete delle arterie, provocandone ispessimento e indurimento progressivi.
Colesterolo alto, quali rischi?
Il colesterolo alto, pericoloso per la salute, è la presenza di un eccesso di colesterolo cattivo nel sangue. Nel tempo può portare alla formazione di vere e proprie placche (o ateromi) che ostacolano il flusso sanguigno, o addirittura lo bloccano del tutto. Quando il cuore non riceve abbastanza sangue ricco di ossigeno, si può sviluppare l’angina pectoris, condizione caratterizzata da dolore al torace, alle braccia o alla mandibola, solitamente in concomitanza di uno sforzo o di uno stress. Le placche inoltre possono staccarsi e formare un trombo, che può indurre un improvviso arresto del flusso sanguigno. A seconda di dove è localizzata, l’ostruzione di un vaso può provocare infarto del miocardio (a livello cardiaco), ictus (a livello cerebrale) o claudicatio intermittens (a livello degli arti inferiori).
Con quali valori si parla di colesterolo alto (Ipercolesterolemia)?
Si parla di ipercolesterolemia quando il colesterolo totale (LDL più HDL) è troppo alto. Valori desiderabili sono i seguenti:
- colesterolo totale: fino a 200 mg/dl
- colesterolo LDL: fino a 100 mg/dl
- colesterolo HDL: non inferiore a 50 mg/dl.
I sintomi del colesterolo alto
Alti livelli di colesterolo non determinano sintomi diretti: per questo molte persone ignorano di soffrire di ipercolesterolemia. Il colesterolo, tuttavia, può essere facilmente misurato con un semplice esame del sangue e deve essere tenuto costantemente sotto controllo.
Quali sono le cause del colesterolo alto?
Sono diversi i fattori di rischio che possono contribuire all’ipercolesterolemia, tra cui dieta, sovrappeso e obesità, mancanza di attività fisica, ma anche la concomitanza di malattie metaboliche come il diabete. Anche il fumo può danneggiare i vasi sanguigni e accelerare il processo di indurimento delle arterie. Il livello di colesterolo LDL, inoltre, tende ad aumentare con l’età, soprattutto fra le donne.
Vi sono poi degli individui geneticamente predisposti a sviluppare ipercolesterolemia e che quindi sin da giovani possono sviluppare aterosclerosi e problemi cardiac. Tale condizione è nota come ipercolesterolemia ereditaria ed è associata a una serie di mutazioni a carico del gene del recettore delle LDL, che si trova sul cromosoma 19.
Come abbassare il colesterolo alto
La strategia principale per mantenere la colesterolemia entro i livelli consigliati è basata sulla prevenzione. È quindi consigliato:
- seguire un’alimentazione sana, riducendo i grassi (soprattutto quelli saturi) e il consumo di alcol
- controllare il peso corporeo
- fare attività fisica in modo regolare
- evitare il fumo.
Cibi che abbassano il colesterolo alto
Come spiega il dottor Filippo Ongaro nel suo articolo “Mangiare noci fa abbassare il colesterolo ‘cattivo’ e i trigliceridi“, mangiare una piccola porzione di noci al giorno riduce il colesterolo LDL ed i trigliceridi. Perché ciò avviene? Secondo gli studiosi gli steroli vegetali presenti nelle noci interferiscono con l’assorbimento del colesterolo. Anche gli estratti di polifenoli ottenuti da mele di diverse varietà, ed in particolare gli estratti di polpa delle mele Annurca, inibiscono l’assorbimento di colesterolo, come riportato nell’articolo “Colesterolo e glicemia: una mela al giorno abbassa il rischio“.
Tra gli alimenti che abbassano il colesterolo alto vi sono anche le fragole, che aiutano a mantenere in salute cuore e arterie riducendo sia i livelli di colesterolo “cattivo” che quelli di trigliceridi migliorando, al contempo, alcuni parametri associazioni ad una diminuzione del rischio cardiovascolare. Così si esprime il gruppo di ricercatori italiani e spagnoli coordinato da Maurizio Battino, ricercatore dell’Università Politecnica delle Marche, sul loro studio pubblicato sulla rivista Journal of Nutritional Biochemistry:
“Si tratta delle prime evidenze in grado di confermare l’efficacia del ruolo protettivo dei composti bioattivi delle fragole nel limitare alcuni importanti marcatori di rischio per le malattie cardiovascolari. Al momento non esistono prove certe in grado di identificare quali composti siano i diretti responsabili degli effetti benefici, ma studi epidemiologici gia’ pubblicati e dati sperimentali in nostro possesso convergono indicando le antocianine, i pigmenti che offrono al frutto il colore rosso, come primi attori dell’intero processo”.
Fonti
- Brunner, F. J. et al. Application of non-HDL cholesterol for population-based cardiovascular risk stratification: results from the Multinational Cardiovascular Risk Consortium. Lancet (2019). doi:10.1016/S0140-6736(19)32519-X
- Epicentro. Il portale dell’epidemiologia per la sanità pubblica
- Alvarez-Suarez, J. M., Giampieri, F., Tulipani, S., Casoli, T., Di Stefano, G., González-Paramás, A. M., … & Bompadre, S. (2014). One-month strawberry-rich anthocyanin supplementation ameliorates cardiovascular risk, oxidative stress markers and platelet activation in humans. The Journal of nutritional biochemistry, 25(3), 289-294.
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