Gli italiani di oggi? Sono più aggressivi, più depressi e più narcisisti. Ad evidenziarlo sono i dati di un’indagine diffusa ieri dal Censis. L’indagine fotografa un Paese su cui pesano “la crisi dell’autorità, il declino del desiderio, la riduzione del controllo sulle pulsioni”. Inoltre “è diffuso il sentimento autoreferenziale per cui ognuno è l’arbitro unico dei propri comportamenti”. Si ritiene poi che “le regole possano essere aggirate in molte situazioni”.
Tra il 2004 e il 2009, ricorda il Censis, le minacce e le ingiurie sono aumentate del 35,3%, le lesioni e le percosse del 26,5%, i reati sessuali del 26,3%. In 10 anni, dal 2001 al 2009, il consumo degli antidepressivi è raddoppiato (+114,2%), mentre nel 2010 gli interventi di chirurgia estetica sono stati circa 450 mila.
In crescita poi la pericolosità del consumo di droga e i giovani consumatori a rischio di bevande alcoliche (dal 2009 al 2010 sono passati dal 14,9% al 16,6%).
L’indagine Censis rileva inoltre una pulsione a una relazionalità virtuale: da settembre 2008 a marzo 2011 gli utenti italiani di Facebook sono passati da 1,3 milioni a 19,2 milioni e ogni giorno vi trascorrono in media 55 minuti.
Gli italiani sono pronti anche ad accettare compromessi pur di raggiungere i loro obiettivi (46,4%) e il 16,9% ritiene che sia legittimo che una bella donna usi anche il suo corpo per avere successo. Soprattutto i più giovani, il 44,8% tra i 18-24enni, sono convinti che ci siano dei momenti di svago in cui è lecito trasgredire.
“Silvio Berlusconi – ha concluso il presidente del Censis, Giuseppe De Rita – non è l’autore di questo ciclo individualistico, ma solo un navigatore sull’onda. Il ciclo resterà anche dopo la fine del berlusconismo: l’unica speranza è il ritorno del rapporto tra moralità e peccato e la fine del pensiero secondo cui ci sono solo io e l’altro non esiste. Il berlusconismo siamo stati noi, abbiamo determinato noi l’individualismo, che ora si rivela una realtà da curare”.
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