Alimentazione sana ed eco-compatibile: carne sì, carne no?

Mangiare o non mangiare carne? Questo l’interrogativo attorno al quale si è articolato il dibattito andato in onda venerdì scorso su La7, all’interno del programma “Le invasioni barbariche”.

Su tale tematica, che coinvolge la salute e lo stile di vita di tutti i cittadini sono intervenuti: Filippo Ongaro, direttore generale dell’Istituto di medicina rigenerativa e anti-invecchiamento di Treviso, la conduttrice tv Paola Maugeri, la cantante reggae Mama Marjas, il giornalista Matteo Bordone, Fiammetta Cicogna, attrice e conduttrice tv, ed il giornalista Giacomo Cretti, in rappresentanza dei cacciatori.

Il confronto in tema di alimentazione, incentrato in particolar modo sul consumo di carne, è partito da un dato cui ha fatto riferimento Daria Bignardi. L’Italia è il Paese più vegetariano d’Europa, comunica la conduttrice della trasmissione, con sette milioni di persone che hanno cambiato alimentazione per amore verso l’ambiente, gli animali e se stessi.

Tra questi sette milioni vi è anche Paola Maugeri, una “mamma ecologica, vegana e ambientalista” che ha da poco intrapreso la sua nuova vita a impatto zero. Dopo aver detto addio all’uso dell’automobile, Paola ha deciso adesso di concentrarsi su un’alimentazione sostenibile che vede come ingredienti fondamentali cibo a chilometro zero e verdure di stagione.
Severamente bandita la carne da casa Maugeri: Paola, infatti, dichiara di non mangiare carne ormai da 20 anni e di servire esclusivamente pasti vegetariani anche al proprio figlio.

Seguire uno stile di vita a impatto zero è molto faticoso, ammette la conduttrice tv, ma allo stesso tempo divertente e gratificante. “Al di là di rinunciare alla macchina o mettere il pannello solare, la cosa che accomuna tutti gli esseri umani è il cibo: noi mangiamo 3 volte al giorno e quindi il cibo rappresenta la cosa più impattante a livello ambientale. Bisogna dunque iniziare a mangiare con un po’ più di consapevolezza”.

Consapevolezza. Questo l’elemento chiave di un corretto stile alimentare anche secondo Matteo Bordone che, cosciente non soltanto della sofferenza degli animali ma anche della scarsa qualità dei cibi industriali, ha notevolmente ridotto il consumo di carne.

La consapevolezza ed il rispetto nei confronti degli animali può tradursi però in differenti abitudini alimentari. Ed ecco così che Daria Bignardi ci presenta la testimonianza di Sonia, una “flexitariana” che, consapevole del sacrificio dell’animale ucciso, lo onora mangiandone anche quelle parti che solitamente vengono gettate via. Una scelta etica, ma anche pratica: “bisognerebbe imparare a non sprecare cibo, in tal modo ce ne sarebbe per tutti”. Inoltre, secondo Sonia è molto importante nutrirsi di animali che sono stati felici durante la loro vita, ovvero che hanno potuto vivere all’aperto in condizioni naturali.

Essere flexitariani significa, in sostanza, superare l’idea del vegitarianesimo assoluto per abbracciare una concezione di consapevolezza del cibo più allargata. In altre parole, conoscere ciò che si mangia e da dove viene.
La filosofia di Sonia è stata adottata anche da Matteo, il suo compagno, che se in passato comprava esclusivamente al discount, secondo una logica di comodità ed economicità, oggi compie lunghi tragitti pur di fare “la spesa giusta”.

Quante persone, tuttavia, possono permettersi queste sane abitudini? Se lo domanda Mama Marjas che ammette di essere costretta, per motivi economici e di mancanza di tempo, a fare la spesa al supermercato.

Eppure il vero problema risiede proprio nell’industrializzazione del sistema alimentare: la fettina che troviamo sugli scaffali del supermercato fa male, afferma Filippo Ongaro, direttore sanitario dell’Istituto Ismerian e autore del libro “Le 10 chiavi della salute“.

“Non si tratta di mangiare o non mangiare carne ma di sapere che carne si sta mangiando”, prosegue Ongaro.

“La nutrizione giornaliera dell’uomo primitivo era costituita per il 30-35% di proteine. Si trattava però di proteine provenienti da animali liberi, cacciati. Oggi giorno se la scelta è tra comprare la carne al supermercato, che è ciò che la gente normalmente fa, o non mangiarla affatto allora è meglio non mangiarla affatto”.

Filippo Ongaro lo ammette: “non è facile uscire da questa sorta di labirinto che è stato creato dall’industria alimentare, dai supermercati e dalla pubblicità per rendere tutto molto facile”. Eppure, a guardar bene “ci si accorge che spesso i prodotti facilmente accessibili nascondono qualche trappola”.

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