La carenza di vitamina D, non solo è associata a un aumentato del rischio insufficienza cardiaca acuta e infarto, ma peggiora anche gli esiti e le conseguenze. È quanto emerge da uno studio prospettico del Centro Cardiologico Monzino, condotto su 814 pazienti ricoverati con infarto miocardico, recentemente pubblicato sulla rivista Medicine.
“Abbiamo riscontrato – ha dichiarato Giancarlo Marenzi, Responsabile della Terapia Intensiva Cardiologica del Monzino e coordinatore dello studio – che l’80 per cento dei pazienti colpiti da infarto presentano un deficit, totale o parziale, di vitamina D, scoprendo inoltre che chi ha i valori più bassi sviluppa una peggiore progressione della malattia nel tempo, un aumentato rischio di mortalità e maggiori complicanze cliniche intra-ospedaliere e a un anno dal ricovero”.
Lo studio ha rilevato che esiste una relazione tra i livelli di questa vitamina e la salute del cuore: “gli infarti, ad esempio, sono più frequenti – spiega Marenzi – nei mesi invernali che nei mesi estivi, e la loro incidenza nella popolazione aumenta via via che dall’equatore si sale verso il polo”. Da qui l’ipotesi che ci fosse un collegamento con la vitamina D, che è attivata dal sole. “I dati raccolti dimostrano l’esistenza di questo legame”, conclude Marenzi.
Gli italiani con età sopra i 65 anni introducono in media 3,7 microgrammi di Vitamina D al giorno, una quantità ritenuta bassa rispetto a quella consigliata, fino a 10 microgrammi. È quanto hanno verificato gli esperti dell’ Osservatorio Nutrizionale Grana Padano andando a indagare le abitudini alimentari di 1000 anziani italiani. Gli esperti suggeriscono dunque alcune regole per fare il pieno di vitamina D:
1) Fare una passeggiata tutti i giorni al sole affinché la vitamina D si attivi. Bisognerebbe esporsi alla luce solare (non filtrata da vetri, con la maggior superfice del corpo possibile e per un periodo variabile in base al proprio fototipo) circa 10-15 minuti al giorno in estate e 20-30 minuti in inverno, tra le 11 e le 15 quando i raggi Uv sono più attivi.
2) Consumare 2 porzioni di latticini al giorno, come latte o yogurt, anche parzialmente scremati, a colazione o a merenda, e aggiungere un cucchiaio di formaggio grattugiato sui primi piatti. Chi non tollera il lattosio, può utilizzare latte delattosato e formaggio privo di lattosio;
3) Mangiare ogni settimana 3 porzioni di pesce, variando le qualità in cui è più presente la vitamina D: tonno, trota, merluzzo, anguilla;
4) Consumare 2 uova a settimana, sode o cotte in padella antiaderente (anche strapazzate o in frittata), una volta a settimana un primo di pasta all’uovo;
5) Una volta alla settimana consumare 2 porzioni di formaggio stagionato o fresco, in sostituzione del secondo piatto.
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