La Regione Lombardia ha dato il via libera all’uso della cannabis terapeutica nei suoi ospedali. L’indicazione è contenuta nelle Regole di sistema, l’insieme delle norme varate dalla Regione per governare la sanità lombarda nel 2016.
Nel provvedimento, il Pirellone recepisce un decreto del ministero della Salute del 2015, con cui vengono individuati cinque tipi di patologie per le quali i farmaci con i principi attivi della marijuana potranno essere usati dai medici senza che i pazienti paghino nulla, ma con “indicazioni rimborsabili a carico del Ssr”, ovvero, il servizio sanitario regionale.
Tra le patologie ci saranno sclerosi multipla, lesioni del midollo spinale, chemioterapia, ma anche anoressia nervosa, sindrome di Tourette, che comporta movimenti bruschi involontari, radioterapie e trattamenti per l’Hiv che comportano dolore e per i quali i farmaci tradizionali non sono più sufficienti per fare fronte agli effetti collaterali.
Secondo gli esperti di terapia del dolore, a beneficiare della cannabis terapeutica dovrebbe essere un migliaio di pazienti, sugli oltre 80mila che in Lombardia soffrono di dolore cronico.
La Regione dovrà emanare una legge prima del via ufficiale, che comunque avverrà solo quando la “marijuana di Stato” – prodotta a Firenze – sarà pronta.
Con questa decisione, la Lombardia si unisce alle altre dieci regioni italiane che hanno già detto sì alla cannabis terapeutica tra le quali Emilia Romagna e Toscana, Liguria e Veneto, Sicilia e Abruzzo.
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