Caffè, un alleato contro il diabete

Il consumo moderato e prolungato del caffè riduce il rischio di diabete. Uno studio dell’Istituto nazionale di ricerca sugli alimenti e la nutrizione (Inran) ha indicato quali sono gli ingredienti in grado di abbassare la glicemia.

Caffè e indice glicemico

Tra le numerose sostanze contenute nella bevanda sarebbero le sostanze fenoliche ad agire in maniera simile ad alcuni farmaci anti-diabetogeni, come l’acarbosio, capaci di inibire alcuni enzimi (alfa-glucosidasi) coinvolti nella digestione dei carboidrati. Tale azione potrebbe determinare un rallentamento nell’assorbimento del glucosio ed attenuare il picco glicemico che si registra alla fine di un pasto, contribuendo alla riduzione del rischio di diabete di tipo 2.

Glicemia dopo i pasti e caffè

Secondo quanto afferma Fausta Natella, la ricercatrice Inran responsabile della ricerca, sebbene numerose evidenze scientifiche dimostrino che un consumo abituale e moderato di caffè sia associato ad una riduzione del rischio di contrarre il diabete di tipo 2  non è noto con quale meccanismo il caffè possa agire. “Noi abbiamo ipotizzato che il caffè interferisca con il processo di digestione dei carboidrati e la nostra ipotesi è stata confermata dai dati sperimentali, che, però – come sottolinea Natella – sono stati ottenuti in vitro e vanno confermati da uno studio in vivo condotto sull’uomo.

Se questo fosse il meccanismo con cui il caffè agisce dovremmo consigliare di bere caffè subito dopo i pasti”. La ricercatrice avverte però: “attenzione a non aumentare il numero di tazzine e a non superare le 4-5 al giorno”.


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“Un possibile meccanismo d’azione del caffè nella prevenzione del diabete”, Fausta Natella, Guido Leoni, Angela Viglianti e Cristina Scaccini”, INRAN

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