Famiglia: Burseraceae
Habitat: Originaria delle regioni subtropicali dell’Africa e dell’Arabia saudita
Etimologia: Il nome deriva dal suo scopritore Boswell
Parte usata: La resina
Attività principale: artrite, artrosi, artrite reumatoide; stati infiammatori associati ad asma; colite
Possibilità di impiego
Prof. Pier Paolo Mussa – Università di Torino
“Nella medicina popolare, l’estratto di Boswellia serrata è descritto come un rimedio dotato di potente attività antiinfiammatoria e con proprietà antiartritiche. Queste proprietà sono state ampiamente confermate in tempi più recenti da numerosi studi. La Boswellia possiede anche una buona azione antidolorifica e antipiterica“.
Prestare attenzione nei soggetti asmatici, in quanto l’effetto antiflogistico della gommoresina potrebbe addizionarsi a quello esercitato da una classe di farmaci detti “inibitori dei leucotrieni”, come il Montelukast e il Zafirlukast.
L’uso è controindicato in gravidanza, per rischio aborto.
Posologia
Secondo la Medicina Ayurveda, si possono assumere fino a 2-3 grammi/die di gommoresina.
Per quanto riguarda gli estratti secchi generalmente presenti nelel capsule:
– Estratto secco titolato in acidi boswellici min. 65%: 1 capsula 1-3 volte al giorno.
– Estratto secco titolato al 37,5% in acidi boswellici: 900-1200 mg/die.
Ai corretti dosaggi, la Boswellia può essere utilizzata:
Osteoartriti, bursiti, artriti (studi nell’uomo)
In seguito a trattamento con Boswellia si possono osservare diversi benefici: riduzione del gonfiore articolare, aumento della mobilità, miglioramento della qualità di vita nelle patologie osteartritiche.
È stato pubblicato uno studio condotto in doppio cieco controllato riguardante soggetti sofferenti di artrosi al ginocchio: l’estratto di boswellia si è dimostrato significativamente più efficace del placebo nel ridurre il dolore, migliorare la mobilità del ginocchio e nell’aumentare la distanza di marcia (con una posologia di 100/250 mg/die) [Kimmatkar et al.].
Stati infiammatori (studi sui topi)
Gli acidi boswellici ostacolano il funzionamento di un enzima capace di stimolare la produzione di sostanze che facilitano i processi infiammatori. Inoltre, sono in grado di inibire le elastasi, enzimi fortemente distruttivi che attaccano e distruggono il tessuto elastico dei tessuti nei quali è in corso un processo infiammatorio. (studi in vitro)
Solo i principi attivi farmacologici hanno proprietà antinfiammatorie più potenti di quelel degli acidi boswellici. (studi in topi e ratti)
Si ipotizza che gli acidi boswellici intervengano nel sito dell’infiammazione inibendo la proliferazione dei tessuti e la distruzione del tessuto connettivo. Questo meccanismo specifico rende la Boswellia un’efficace alternativa alle molecole sintetiche nei trattamenti antinfiammatori, soprattutto se prolungati, o negli stati cronici, per l’assenza di effetti collaterali. (studi in topi e ratti)
Effetti positivi nel cane
Uno studio condotto su 24 cani che soffrivano di osteoartrite alle giunture o alla spina dorsale, trattati con un estratto di Boswellia al 50% di acidi terpenici alla dose di 400 mg/10 kg p.v./die per 6 settimane, ha evidenziato una buona o ottima riuscita nel 70% dei casi a 2-6 settimane di trattamento.
Bibliografia
Campanini, E. Dizionario di fitoterapia e piante medicinali. Tecniche Nuove.
Capasso, F., Grandolini, G., Izzo, A. Fitoterapia. Impiego razionale delle droghe vegetali. Springer.
Kimmatkar, N., Thawani, V., Hingorani, L., & Khiyani, R. (2003). Efficacy and tolerability of Boswellia serrata extract in treatment of osteoarthritis of knee–a randomized double blind placebo controlled trial. Phytomedicine, 10(1), 3-7.
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