La meditazione fa bene, a tal punto da rientrare tra le prescrizioni dei medici del Beth Israel Deaconess Medical Center di Boston.
Recenti ricerche hanno dimostrato che la meditazione abbassa la pressione e aiuta i pazienti con dolore cronico o depressione. Può ridurre anche il rischio di infarto e di ictus tra gli afro-americani cardiopatici.
La dottoressa Aditi Nerurkar, medico e assistente di direzione al Cheng & Tsui Center for Integrative Care, consiglia ai pazienti di fino a 20 minuti di meditazione, due volte al giorno, per curare disturbi quali l’insonnia e la sindrome da intestino irritabile.
Il Dr. Doraiswamy raccomanda la meditazione per le persone che soffrono di depressione, attacchi di panico o ansia, stress e per il generale mantenimento della lucidità mentale e della salute cardiovascolare.
Alcuni studi a breve termine hanno dimostrato che la meditazione migliora la capacità cognitiva, memoria ed attenzione agendo sulla funzionalità di circuiti specifici nel cervello e rallentandone l’invecchiamento. In uno studio pubblicato l’anno scorso sulla rivista Circulation dell’American Heart Association, è emerso che chi praticava la meditazione trascendentale aveva il 48% in meno di rischio di infarto e ictus, o di morte, rispetto a chi aveva assistito a lezioni di educazione alla salute.
Da un altro studio è poi emerso che la meditazione può indurre modifiche molecolari che influenzano la lunghezza dei telomeri, struttura protettiva che si trova alla fine dei cromosomi e che si accorcia con l’invecchiamento.
Attualmente in Italia l’Ausl di Bologna ha avviato una sperimentazione che osserverà gli effetti della meditazione sui malati di cancro.
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