Bisfenolo A, le ultime novità sulla messa al bando

La Food and Drug Administration (FDA) ha deciso di non rispondere all’invito di alcune associazioni americane che chiedevano il divieto definitivo all’impiego di bisfenolo A in tutti i materiali a contatto con gli alimenti, senza però interrompere gli studi sugli effetti tossicologici.

Attualmente in Europa l’unico divieto europeo riguarda i biberon, anche se alcuni Paesi hanno deciso di percorrere strade autonome. Il 6 ottobre 2011 l’Austria ha posto il divieto al BPA sui ciucci e sugli anelli da dentizione per bambini, il Belgio nel febbraio 2012 ha vietato l’uso di bisfenolo A in tutti gli articoli a contatto con alimenti destinati a bambini sotto i 3 anni, la Danimarca, citando le incertezze sugli effetti nocivi del BPA e ispirandosi al principio di precauzione, ha adottato lo stesso veto in via temporanea. La Francia a partire da ottobre ha bandito il BPA da tutti i materiali a contatto con alimenti entro il 2014.

Il Canada nel 2009 ha vietato la sostanza nella maggior parte degli articoli e materiali a contatto con alimenti, comprese lattine e bottiglie per l’acqua. Anche Paesi con una legislazione notoriamente meno articolata rispetto a quella europea, come il Sudafrica, l’Australia, la Malesia hanno gestito il problema limitando l’impiego del BPA ai prodotti per bambini, e in alcuni casi hanno esteso il divieto ad altri articoli. La Cina ha deciso di uniformarsi al veto europeo per i biberon in policarbonato.

Le ultime evoluzioni legislative riguardano l’Argentina, che il 5 Marzo si è allineata con le decisioni di altri Paesi sudamericani vietando l’importazione, la fabbricazione e la vendita di biberon contenenti questa sostanza plastica. Altri Paesi come il Brasile e l’Ecuador avevano già imposto un divieto simile rispettivamente nel gennaio 2012 e nell’ottobre 2011.

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