A Forlì una bimba di 23 mesi stava per soffocare dove aver inghiottito una mandorla. La piccola è stata salvata dal pronto intervento dell’equipe del dottor Venerino Poletti, responsabile della Pneumologia dell’ospedale di Forlì. “Le sue condizioni sono buone e già nelle prossime ore potrà tornare a casa — spiega il responsabile della Pneumologia forlivese —. In questo caso individuare il problema è stato più facile visto che i genitori erano presenti mentre la bambini mangiava la mandorla e subito si sono accorti del problema”. Si tratta del secondo caso a distanza di 24 ore, dopo che un’altra bimba di Rimini ha rischiato la vita con un pistacchio. E non si tratta di casi isolati.
“Dall’inizio dell’anno abbiamo registrato oltre dieci i casi di questo tipo”, riferisce il dottor Poletti.
“Sembra una coincidenza, ma in realtà il fenomeno è più frequente di quanto si possa immaginare ha commentato Poletti – La nostra unità operativa che copre tutta la Romagna in questi anni ha registrato una casistica importante: come detto solo nel 2011 sono oltre i dieci casi in bimbi con meno di cinque anni. In Inghilterra, paese che ha poco meno degli abitanti italiani, fra il 2008 e il 2009 ha registrato 300 casi fra gli under 14”.
“I bambini fino ai cinque anni hanno la tendenza a mettersi in bocca tutto quello che trovano e si espongono a rischi maggiori — ha spiegato il dottor Poletti — E poi dobbiamo considerare che hanno meno coordinazione all’altezza della laringe e quindi è più frequente che il cibo possa finire nei bronchi. Il consiglio che posso dare ai genitori è di non far mangiare ai propri figli cibo che potrebbe frantumarsi in pezzi sufficientemente grandi da provocare problemi come appunto mandorle e pistacchi”.
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