La variante del batterio Escherichia Coli, che finora ha provocato 22 morti e oltre 2.000 casi di contagio in tutta Europa, proverrebbe da diverse varietà di germogli di soia provenienti da un’azienda biologica di Uelzen, a sud di Amburgo, in Germania.
Come ha spiegato la Coldiretti commentando la notizia, i germogli di soia si ricavano dal germoglio appena nato dal seme per essere consumati come verdure. Si tratta di un mercato di nicchia molto ristretto, diffuso nella cucina etnica e tra i vegetariani per l’importante apporto di proteine. In Italia sono consumati in estate da soli o come condimento e sono venduti in buste, vassoi o in scatola ma recentemente si è diffusa anche la coltivazione casalinga.
Le autorità sanitarie tedesche hanno precisato che non ci sono ancora prove certe, ma consigliano ai consumatori di evitare comunque il prodotto. La certezza sull’origine dell’epidemia verrà data tra oggi e domani. Il ministro dell’agricoltura della Bassa Sassonia Gert Lindemann ha definito i germogli di soia cresciuti localmente come la causa “più convincente” dell’epidemia. Il ministro ha poi aggiunto che l’azienda produttrice di soia nella regione di Uelzen é stata chiusa dal momento che vi sono “tracce molto chiare che conducono a questa azienda quale fonte dell’infezione”.
Eppure il responsabile della ditta tedesca sotto accusa non si sa spiegare l’accaduto. Klaus Verbeck, amministratore delegato di “Gaertnerhof Bienenbuettel”, ha detto che la sua azienda non utilizza alcun concime per la produzione e che non ci sono animali nella fattoria di prodotti biologici.
Intanto una portavoce della Commissione europea ha fatto sapere che i germogli di soia prodotti nell’azienda della Bassa Sassonia non sarebbero stati esportati in nessun altro Paese, né in Europa né in paesi terzi. La portavoce della Commissione Ue ha inoltre precisato che proprio per questo motivo non è stato ritenuto necessario lanciare il “sistema di allerta rapido” sul prodotto, come invece era accaduto la scorsa settimana per i cetrioli spagnoli, ora ‘scagionati’ dall’accusa di aver provocato l’infezione.
La Commissione europea ha convocato per domani, martedì 7 giugno, una riunione straordinaria del Comitato di gestione allo scopo di discutere le misure per affrontare la crisi nel settore ortofrutticolo in conseguenza della psicosi nei consumi determinata in Europa dall’epidemia di Escherichia Coli.
Come ha spiegato il presidente della Coldiretti Sergio Marini “il rincorrersi di falsi allarmi ha alimentato una psicosi che si sta riflettendo sui consumi dei cittadini europei ma ha anche offerto alibi a misure protezionistiche come il blocco delle importazioni dalla Russia con gravi danni economici”. “L’incertezza – aggiunge la Coldiretti – sta avendo effetti devastanti sui mercati poiché oltre un cittadino europeo su tre (35 per cento), secondo Eurobarometro, evita di acquistare i prodotti di cui ha sentito parlare nell’ambito di una emergenza relativa alla sicurezza alimentare”.
ULTIMA ORA. Hanno dato esito negativo gli esami preliminari effettuati su 23 dei 40 campioni di germogli di soia, sospettati di essere all’origine dell’epidemia del batterio Escherichia Coli, che finora ha provocato 22 morti. Dubbi erano già stati sollevati dal frenologo della clinica universitaria di Hannover, Jan Kielstein, che aveva spiegato come di due pazienti ricoverate nessuna ricordasse di aver “mangiato germogli”. Riparte dunque in Germania la ricerca del focolaio di infezione del batterio killer.
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