Batterio killer: sale il bilancio delle vittime. Dubbi sull’origine dell’epidemia

Cresce l’allarme in Germania dove il bilancio delle vittime dell’epidemia di E. Coli è salito a 15.  Intanto si registra anche il primo decesso del cosiddetto batterio killer al di fuori dei confini tedeschi. Una donna svedese di una cinquantina d’anni, contagiata dal micidiale batterio in Germania, è morta al suo ritorno in Svezia, dopo il ricovero in ospedale.

Un primo caso sospetto riguarda anche la Spagna: un uomo di circa quarant’anni, che aveva recentemente soggiornato in Germania, è stato ricoverato in un ospedale di San Sebastian il 20 maggio e ora, di fronte al deteriorarsi delle sue condizioni, trasferito in terapia intensiva.

In Germania – il Paese sinora più colpito da questo batterio che si annida forse nei cetrioli –  il numero dei contagiati continua a crescere: è a quota 1.400, secondo gli ultimi dati forniti dall’istituto di virologia Robert Koch di Berlino. Centinaia di altre persone sono ricoverate in ospedale per la sindrome emolitico-uremica, provocata dal germe patogeno e che causa insufficienza renale, anemia emolitica microangiopatica, trombocitopenia, difetti di coagulazione e sintomici neurologici variabili.

Secondo le previsioni dello stesso governo tedesco, la situazione potrebbe peggiorare. “Purtroppo dobbiamo aspettarci un ulteriore aumento dei casi”, ha commentato il ministro della Sanità, Daniel Bahr.

Ieri il ministro dell’Alimentazione, Agricoltura e protezione dei consumatori tedesca, Ilse Aigner ha ammesso che il Paese si trova dinanzi a “una grande sfida”,  una “grave situazione” che ha raggiunto “dimensioni europee”. Il ministro ha poi confermato l’avvertimento di non consumare verdure non cucinate (in particolare pomodori, cetrioli e lattuga).

E per quanto riguarda l’Italia? Nel nostro Paese non ci sono al momento stati casi di infezione da E. Coli del ceppo che sta mietendo vittime in Germania, ma il sistema sanitario è allertato.

“Basta leggere la provenienza dei cetrioli. Quelli di provenienza italiana non comportano rischi, gli altri sono da lavare molto bene, anche se personalmente consiglio di lavare altrettanto bene ogni verdura”, ha affermato il ministro della Salute, Ferruccio Fazio a margine di un incontro presso il ministero, sui rischi dell’epidemia del batterio E.coli.

“Il batterio – continua Fazio – è in tutti noi, normale abitante della flora intestinale, questa è una variante. Non posso escludere che arrivi anche in Italia, ma posso dire che a seguito di lavaggi accurati, delle mani e del prodotto, poiché le contaminazioni delle verdure sono esterne, si può escludere la trasmissione dalle verdure all’uomo”.

Il ministro della Salute pubblica ha inoltre spiegato che sono scattati i primi sequestri di cetrioli e, a scopo preventivo, i carabinieri dei Nas ne hanno bloccati 7 quintali per sottoporli a controlli.
Il Belgio intanto ha bloccato le importazioni di cetrioli dalle società spagnole sotto accusa e la Russia ha detto stop all’import di tutta la verdura fresca tedesca e spagnola.

Tuttavia non si conosce ancora con esattezza la  “fonte della contaminazione” del batterio. Le autorità sanitarie di Amburgo dubitano che all’origine dell’epidemia di E. Coli scoppiata in Germania ci siano i cetrioli importati dalla Spagna. Secondo quanto ha riferito oggi il ministro della Sanità di Amburgo, Cornelia Pruefer-Storcks, i patogeni individuati sui cetrioli non corrispondono a quelli rilevati nelle feci di alcuni pazienti (appartenenti al sierogruppo E. Coli Vtec O104).

Questi risultati, ha spiegato il ministro, si basano su test effettuati su due dei tre cetrioli contaminati provenienti dalla Spagna. “La fonte (dell’infezione) non è stata ancora identificata”, ha affermato la Pruefer-Storcks.

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