La Camera dei deputati austriaca ha votato a favore del divieto totale del glifosato, comune diserbante sospettato di essere cancerogeno. Greenpeace ha definito la pronuncia “un successo storico”. Dopo il voto ora la palla torna alla Commissione europea che ha tre mesi per approvare o respingere la decisione.
“Si tratta di un voto importante sotto diversi aspetti – ha commentato Simona Savini di Greenpeace – ma il più importante è forse il merito di aprire la strada a scelte analoghe in altri Paesi, al punto che il Ministro dell’Ambiente tedesco ha già rilasciato dichiarazioni che vanno in questa direzione”.
“Se l’Europa ha preso tempo – continua Savini – l’Austria non ha voluto aspettare, forse anche sull’onda delle notizie da oltreoceano che vedono la Bayer in difficoltà nei processi che sempre più spesso la condannano a risarcire persone che hanno sviluppato gravi malattie dopo la prolungata e intensa esposizione al glifosato. Come dire: anche se il gruppo Bayer-Monsanto continua a mettere in dubbio la pericolosità del glifosato, sempre più istituzioni stanno evidentemente scegliendo di basarsi sui numerosissimi studi scientifici che al contrario la confermano”.
“Il voto austriaco dovrà adesso essere notificato alla Commissione europea, che in passato ha già ammesso la possibilità di divieti nazionali più stringenti delle normative europee e, se non ci saranno obiezioni, dal 1 gennaio del 2020 il glifosato sarà ufficialmente vietato in Austria. Chiudiamo con una domanda amletica: l’Italia – patria del ‘Made in’ – nel frattempo riuscirà a prendere a sua volta coraggio e vietarlo anche da noi?”, conclude.
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