Ogni anno cinque milioni di anziani vengono ricoverati per diverse patologie e, ogni volta, lasciano l’ospedale con due nuove prescrizioni di farmaci, che si sommano a quelli che già assumono. Il risultato? Si passa da una media di cinque a sette medicinali da prendere ogni giorno. È così che, nel giro di tre mesi, ad un over 65 su cinque serve un nuovo ricovero per “eccesso di pillole”, da cui esce con altri farmaci prescritti.
In due milioni, inoltre, sperimentano ogni anno una reazione avversa da farmaci con conseguente aumento di visite mediche e specialistiche.
A lanciare l’allarme sono gli esperti che si sono riuniti per il Congresso Nazionale della Società Italiana di Medicina Interna, Simi, a Roma dal 27 al 29 ottobre e che da quella sede hanno presentato progetto per tagliare i farmaci inutili in collaborazione con l’Istituto Mario Negri, Policlinico di Milano e il Policlinico di Bari. Si tratta del progetto De-prescribing che ha l’obiettivo di ridurre e sospendere le ‘pillole inutili’ e che coinvolgerà oltre 300 tra medici di medicina generale, internisti e geriatri ospedalieri.
“Il ricovero è un momento cardine ma oggi, anziché essere l’occasione per una revisione critica delle terapie è purtroppo una circostanza in cui il carico di farmaci aumenta”, osserva Franco Perticone, presidente Simi.
“Stiamo cercando di individuare i metodi più efficaci per interrompere la ‘cascata prescrittiva’ di cui sono vittime gli anziani, anche perché al crescere del numero di farmaci diminuisce fino al 70% l’aderenza alle cure con conseguenze molto negative per la salute dei pazienti”, aggiunge Alessandro Nobili dell’Istituto Negri.
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